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cronaca

Le donne sono più “maschiliste” degli uomini. Scopri dove e i peggiori stereotipi di genere

Si è parlato molto nei giorni scorsi del sondaggio di Istat sugli stereotipi di genere sul ruolo sociale della donna e sulle ragioni che “provocano” la violenza, rilevando come questi stereotipi siano ben radicati anche fra la stessa popolazione femminile. Un aspetto che ha colpito molto noi di Infodata è il dettaglio regionale: in molte regioni sono di più le donne concordi con certi stereotipi legati alla violenza o anche solo al ruolo sociale subalterno della donna, rispetto agli uomini. E no: non si tratta di un gradiente nord-sud. In alcune regioni del nord la consapevolezza sulla violenza fra le donne è molto minore che in molte aree del meridione.

L’affermazione che ha fatto più scalpore è quella riguardante la relazione fra ciò che la donna indossa e un conseguente atto di violenza: “le donne possono provocare la violenza con il loro modo di vestire”. Complessivamente la percentuale delle donne che è molto/abbastanza d’accordo con questa affermazione supera (di poco, ma supera) quella degli uomini. Vi sono tuttavia regioni dove gli uomini sono molto più d’accordo con questa affermazione che le donne (Sardegna, Basilicata, Umbria) ma vi sono anche regioni in cui le donne sono molto più d’accordo degli uomini su questa affermazione (Calabria, Veneto e Trentino Alto Adige).

Abbiamo elaborato un grafico che mostra quanto uomini e donne concordano rispetto a ogni affermazione proposta da Istat. Attenzione: il grafico non mostra la percentuale di uomini concordi rispetto a quella di donne concordi sul totale degli intervistati per sesso, ma il gap di genere fra chi dice di concordare con la posizione espressa.

Il grafico si legge in questo modo: più il valore regionale si avvicina a -15, più significa che è elevata la percentuale di donne d’accordo con l’affermazione in oggetto, mentre più il valore si avvicina a +15 più significa che è elevata la percentuale gli uomini concordi con l’affermazione rispetto alle donne. In altre parole più il valore regionale è prossimo allo zero più significa che la percentuale di uomini e di donne intervistati che concordano con l’affermazione è simile.

Si scopre per esempio che in 12 regioni su 20, sono più le donne a pensare che ”gli uomini siano meno adatti a occuparsi delle faccende domestiche rispetto ai maschi concordi con questa affermazione. Il divario regionale è enorme, fra Valle d’Aosta e Marche dove la proporzione di uomini concordi con questa affermazione è molto maggiore di quella delle donne, mentre in Calabria e Sicilia sono le donne a condividere questa posizione.

In 10 regioni su 20 inoltre sono più le donne (in certi casi molte di più!) degli uomini a pensare che dovendo scegliere fra un uomo e una donna per un unico posto di lavoro, sia meglio scegliere l’uomo, in particolare in Molise, Lazio, Campania e Marche.

La preponderanza delle donne emerge anche di fronte all’affermazione “per l’uomo, più che per la donna, è molto importante avere successo nel lavoro”. Solo in Molise, Calabria, Puglia, Liguria e Umbria la percentuale di uomini che dice di condividere questo concetto è molto più elevata rispetto a quella delle donne. Anche per quanto riguarda l’affermazioneè l’uomo che deve prendere le decisioni più importanti riguardanti la famiglia”. In Molise e in Trentino Alto Adige sono più le donne concordi che gli uomini.

Se sulla consapevolezza delle donne sulla parità di diritto alla propria indipendenza c’è ancora molto da lavorare, lo stesso si riscontra per la consapevolezza di che cosa è violenza. In 11 regioni su 20 sono di più le donne rispetto agli uomini a ritenere che se un uomo obbliga la moglie/compagna ad avere un rapporto sessuale contro la sua volontà non si tratta di violenza. Eppure, alla domanda “le donne che non vogliono un rapporto sessuale possono evitarlo” sono pochissime le donne a rispondere affermativamente.

Infine, in 7 regioni su 20, sono più le donne che gli uomini a ritenere che “le donne serie non vengono violentate”, mentre in 11 regioni sono per lo più donne a pensare che “se una donna subisce violenza sessuale quando è ubriaca o è sotto l’effetto di droghe è almeno in parte responsabile”.