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I tempi di pagamento delle Pa: le regioni più virtuose, i ritardi e una buona notizia

Per quanto riguarda la pubblica amministrazione, nel 2018 l’80% degli importi fatturati è stato regolarmente saldato, con tempi medi migliori rispetto agli anni passati.
Il dato preliminare fornito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze parla di 26,9 miliardi di euro di fatture residue scadute e non pagate su 148,6 miliardi di euro effettivamente liquidabili (ossia al netto della quota IVA e degli importi sospesi e non liquidabili) al 31 dicembre 2018. Nel 2018 sono state registrate oltre 28 milioni di fatture ricevute, e non respinte, dalle pubbliche amministrazioni, per un importo totale pari a 163,3 miliardi di euro, di cui 148,6 miliardi effettivamente liquidabili (ossia al netto della quota IVA e degli importi sospesi e non liquidabili). Le fatture pagate rappresentano invece un importo pari a 120,7 miliardi di euro, che corrisponde all’81% del totale.
La “buona notizia” è che queste 20 milioni di fatture che sono state pagate, sono state saldate mediamente un giorno prima rispetto alla scadenza. Tutte le pubbliche amministrazioni sono tenute a pagare le proprie fatture entro 30 giorni dalla data del loro ricevimento, ad eccezione degli enti del servizio sanitario nazionale, per i quali il termine massimo di pagamento è fissato in 60 giorni. I tempi medi ponderati occorsi per saldare, in tutto o in parte, queste fatture sono pari a 46 giorni, a cui corrisponde un anticipo medio di 1 giorno sulla scadenza delle fatture stesse. Rispetto agli anni precedenti – rilevano gli esperti – si è registrato un miglioramento: nel 2017 si registrava un ritardo medio nei pagamenti di 10 giorni e nel 2016 di 16 giorni. Si osserva anche un gap evidente nord-sud: al Nord presenta tempi di pagamento mediamente inferiori di 8 giorni mentre il Sud mostra un valore medio superiore di 11 giorni.
Si tratta di un dato non ancora definito – spiega il MEF – poiché in questa stima tutte le fatture per le quali non è stata effettuata la comunicazione del pagamento sono state considerate come non pagate.
I dati provengono dal sistema informatico denominato Piattaforma dei crediti commerciali (PCC), realizzata e gestita per il Ministero dal Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, che rileva le informazioni sulle singole fatture ricevute dalle oltre 22.200 amministrazioni pubbliche registrate. Il problema è che non tutti gli enti pubblici sono attivi nella comunicazione dei dati di pagamento, impedendo una visione davvero esaustiva del ciclo delle fatture. Per questo da inizio 2018 il Ministero ha messo a punto il sistema informativo Siope Plus, le cui informazioni si integrano con quelle relative ai mandati di pagamento di fatture passive presenti in PCC nell’effettuazione delle transazioni di pagamento.

Le regioni più “virtuose” per quanto riguarda i tempi di pagamento sono risultate essere la Toscana, Lombardia e Friuli- Venezia Giulia, che hanno saldato mediamente le fatture entro 20 giorni dall’emissione. Maglia nera alla Basilicata, che ha superato un tempo di pagamento ponderato di tre mesi, con 73 giorni di ritardo. Accanto alla Basilicata, le uniche regioni che hanno maturato un tempo medio di ritardo positivo sono l’Abruzzo (25 giorni di ritardo), la Sicilia (18 giorni), la Calabria (11 giorni di ritardo), il Molise (8 giorni), il Piemonte (6 giorni) e la Campania (4 giorni di ritardo ponderato).
Al contrario, Lazio e Toscana salgono in vetta alla classifica per numero di giorni di anticipo sui pagamenti.

Nel complesso i Comuni italiani hanno fatto registrare un tempo medio di pagamento di circa 35 giorni e mediamente un giorno di ritardo. Il 66% dei Comuni analizzati riporta percentuali di pagamenti comunicati che si posizionano su valori superiori al 80% degli importi dovuti e la metà degli enti mostra di aver pagato in anticipo rispetto alla scadenza. Fra questi, i Comuni sopra i 60.000 abitanti hanno fatto registrare, per le fatture ricevute nel secondo, terzo e quarto trimestre del 2018, un tempo medio di pagamento di circa 42 giorni per un ritardo di 6 giorni, mentre i comuni più piccoli, fra i 10.000 e i 60.000 abitanti, mostrano un tempo medio di pagamento di circa 42 giorni e un ritardo medio pari a 8 giorni.