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cronaca

Chi ha studiato fuma, chi non l’ha fatto mangia troppo. La legge del junk food

La sigaretta al laureato, il junk food per chi ha smesso con la scuola dopo le elementari. Dicono così i dati Istat sugli stili di vita e i fattori di rischio per la salute degli italiani pubblicati nella versione aggiornata al 2016. Ovvero che la percentuale di obesi è più alta quanto è più basso il titolo di studio. E, al contrario, che più tempo si è trascorso sui banchi di scuola più si cede al vizio della sigaretta. Lo si può vedere bene in questa infografica:

Intanto l’obesità, rappresentata in giallo. Riguarda il 17,2% delle persone con più di 18 anni che hanno conseguito solo la licenza elementare. Una percentuale che scende all’11,5% tra chi ha terminato le medie, all’8,2% tra chi ha passato l’esame di maturità. Fino ad arrivare al 5,2% di obesi tra gli italiani che si sono laureati.

Al contrario, questi ultimi fumano più di coloro che non sono andati oltre la quinta elementare: il 17,1% contro l’11,2. In questo caso, però, l’andamento non è lineare. Nel senso che chi si è fermato alla terza media (22,8%) e chi al diploma (22,4%) fuma in percentuale più di chi ha completato l’università. Ma in generale si può dire che l’eccesso di cibo sia un vizio più diffuso tra chi ha studiato meno, mentre la sigaretta sia più comune tra chi invece ha trascorso più tempo sui libri.

In ogni caso, viste le conseguenze sulla salute causate sia dal tabacco che dall’obesità, nessuna di queste è una buona notizia. Che arrivano, invece, guardando alla serie storica del rapporto tra gli italiani e le sigarette, rappresentata in questa infografica:

Come si può vedere, la percentuale di fumatori tra gli over 14 è in calo rispetto a dieci anni fa. Nel 2007 si trattava del 22% della popolazione italiana, quasi una persona su quattro, lo scorso anno si è scesi al 19,8%. Ovvero, meno di uno su cinque. Non solo, anche il numero medio di sigarette fumate ogni giorno è in calo. Se nel 2007 chi aveva il vizio della sigaretta ne accendeva in media 13,2 tutti i giorni, nel 2016 si è scesi a 11,5. Come a dire che in Italia ci sono meno fumatori rispetto a dieci anni fa. E che anche chi non resiste alla nicotina ne consuma in media una quantità minore. E il cibo?

In questo caso c’è un leggero aumento rispetto al valore più “antico”, che in questo caso risale al 2005. Anche se, sul lungo periodo, si può parlare di una sostanziale linearità. Almeno tra gli obesi, che rappresentavano il 9,9% della popolazione nel 2005 ed il 10,4% lo scorso anno. Tendenzialmente in aumento, invece, le persone in sovrappeso. Che, dodici anni fa erano il 34,7% degli over 18, l’anno passato sono passati al 35,5, dopo aver toccato il 36,1% nel 2014. Insomma, negli ultimi anni gli italiani sembrano aver compreso che il fumo fa male. Meno che l’eccesso di cibo è altrettanto nocivo per la salute. E questo, a prescindere dal titolo di studio.

Ultimi commenti
  • ElisaB |

    Per evidenziare l’errata interpretazione dei dati, riporto il commento che il signor PierluigiC. pose sotto questo vostro articolo già pubblicato la scorsa estate:

    “PierluigiC | 28 giugno 2017 alle 12:16
    Considerando che la maggior parte (oltre il 75% secondo il dato ISTAT) di quelli che non hanno conseguito la licenza media sono persone oltre i 65 anni credo che sia opinabile l’inferenza maggior titolo di studio->maggior inclinazione al fumo. Infatti poiché il fumo riduce l’aspettativa di vita, la classe di coloro che sono in possesso della sola licenza elementare presenta una tipica “distorsione da sopravvivenza”. Sarebbe più appropriato concludere che fra gli anziani, che sono i più numerosi fra coloro che non hanno conseguito solo la licenza elementare, quelli che non fumano vivono di più.”

  • ElisaB |

    Per evidenziare l’errata interpretazione dei dati, riporto il commento che il signor PierluigiC. pose sotto questo vostro articolo già pubblicato la scorsa estate:

    “PierluigiC | 28 giugno 2017 alle 12:16
    Considerando che la maggior parte (oltre il 75% secondo il dato ISTAT) di quelli che non hanno conseguito la licenza media sono persone oltre i 65 anni credo che sia opinabile l’inferenza maggior titolo di studio->maggior inclinazione al fumo. Infatti poiché il fumo riduce l’aspettativa di vita, la classe di coloro che sono in possesso della sola licenza elementare presenta una tipica “distorsione da sopravvivenza”. Sarebbe più appropriato concludere che fra gli anziani, che sono i più numerosi fra coloro che non hanno conseguito solo la licenza elementare, quelli che non fumano vivono di più.”

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