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politica

Le quattro fotografie dell’Italia uscita dal voto. Cosa abbiamo imparato

Sono passati 79 dalle elezioni dell’11 maggio. A poche ora dalla chiusura delle urne i commentatori ci hanno raccontato di un Italia spaccata a metà tra nord e sud. È davvero così?

Partendo da queste considerazioni e sfruttando il lavoro di OnData per la raccolta dati, è stata costruita l’InfoData delle elezioni italiane. Le informazioni che contiene si concentrano sulle performance dei quattro partiti principali in ognuno degli oltre 7mila comuni italiani per quanto riguarda il voto alla Camera. La quattro mappe nella parte alta della grafica mostrano la distribuzione del voto di Forza Italia, Lega, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. La mappa nella parte bassa è invece colorata in base al partito che tra i quattro ha preso la percentuale più alta.

NB: La mappa non tiene in considerazione altri partiti più piccoli. Non tutti i comuni visualizzati hanno realmente avuto come primo partito uno dei quattro principali. È il caso, ad esempio, del Trentino, dove la Südtiroler Volkspartei ha ottenuto grandi risultati, ma non è considerato nella visualizzazione.

Accanto, ogni piccolo pallino rappresenta un comune. È possibile evidenziare i risultati dei 4 partiti su tutta la visualizzazione cliccando sulle icone dei suoi leader. Il menù a sinistra permette di scendere nel dettaglio, filtrando il dato per regione e provincia.

 

 

Le 4 Italie

Quattro partiti, quattro rappresentazioni del nostro paese. È il titolo che abbiamo dato alla grafica e che racconta l’Italia attraverso i risultati dei principali partiti. Alla ricerca di una risposta alla domanda che ci eravamo posti, quello che possiamo dedurre è che, seppure il voto a nord e sud abbia avuto delle diverse tendenze, la situazione è, come sempre accade, molto più articolata e complessa di quello che si racconta, cercando una sintesi del risultato. L’Italia che esce dal 4 marzo è un paese dai diversi colori.

Il giallo del Movimento 5 Stelle. Considerando i quattro partiti divisi (non in coalizione), la penisola è molto più gialla di quanto immaginato, non solo al sud. Il Movimento 5 Stelle è il partito che ha avuto la percentuale più alta nel numero maggio di comuni, sfondando letteralmente nel Mezzogiorno. Quasi un plebiscito a Scala Coeli, in Calabria, dove la percentuale è arrivata al 73.6%, lasciando solo il 10.6% al Partito Democratico, 8.2% a Forza Italia e il 2.9% alla Lega. Anche nelle regioni del nord i risultati sono incoraggianti. In Lombardia il 30% è stato superato in 44 comuni. Più di Forza Italia (7) e Partito Democratico (10). Lo stesso si riscontra in Piemonte, dove solo la Lega ha raggiunto percentuali più alte in un numero maggiore di comuni.

Il verde della Lega tinge il nord. In Lombardia è il primo dei quattro partiti in 1325 comuni, in Piemonte in 773, in veneto 541. Il partito guidato da Matteo Salvini è però riuscito a conquistare la maggioranza dei voti anche molto a sud. In Sicilia è primo dei quattro a Limina, Motta Camastra e Graniti, dove supera il 35%. Nelle regioni centrali sono diverse le vittorie leghiste. A Bolognola, nelle Marche, le schede verdi sono state il 49.3%

Il rosso del Partito Democratico è ben distribuito su tutto il territorio italiano, con percentuali medio-basse ma senza picchi di percentuali di Movimento 5 Stelle e Lega. Se nella grande mappa le macchie principali si osservano nelle tradizionali regioni rosse, in particolare in Toscana, le percentuali più alte sono però il 53.7% di Oliveto Lucano, in Basilicata, e il 51.3% di Valle dell’Angelo, Campania. Sono solo 793 in tutta Italia i comuni in cui il i democratici sono scesi sotto il 10% (solo il Movimento 5 Stelle ha fatto meglio).

Il blu di Forza Italia si scurisce al sud, ma compare in misura estremamente minore degli altri colori sulla mappa dei vincitori. Solo 152 comuni della penisola si colorano di blu. I primi 14 comuni per percentuali sono tutte località calabresi o siciliane. Il picco a Centrachè, nel catanzarese, raggiunge il 61.5%. Ad Arcore, dove si trova Villa San Martino di Silvio Berlusconi, Forza Italia è quarto partito, col 15.8% dietro Lega (23.6%) Partito Democratico (23.1%) e Movimento (22.2%).

Milano e Torino: il caso delle grandi città industriali del nord

Uno dei casi più interessanti di queste elezioni ce lo lasciano i risultati delle due grandi città industriali del nord: Milano e Torino. Nell’elaborazione grafica che vi proponiamo è possibile osservare delle tendenze nel voto nelle due grandi metropoli e hinterland.

A Milano come a Torino il Partito Democratico ha ottenuto il miglior risultato percentuale.

Nel capoluogo lombardo il voto delle politiche non ha avuto storia. Il PD ha trionfato con quasi 10 punti di distacco dal Movimento 5 Stelle (27.1% contro 17.9%). La Lega si è fermata al 16.5%, Forza Italia al 15.4%. Due percentuali che sommate nella coalizione di centrodestra raggiungerebbero comunque il 31.9% che significa maggioranza.

Il dato interessante è però la distribuzione del primo partito a Milano e dintorni. Milano si tinge di rosso PD, con Segrate, Arese e San Donato. L’hinterland più stretto è giallo Movimento, compresa la tradizionalmente rossa Sesto San Giovanni, mentre Monza torna rossa PD. Allontanandosi dalla città inizia invece a dominare il verde Lega, nelle province di Lodi, Varese, Pavia, Monza e Bergamo. Bergamo città è però un grande tocco di rosso nella provincia, forse inaspettatamente.

Torino e dintorni mostrano lo stesso comportamento. Torino registra il 25.3% del Partito Democratico, a cui segue il 22.8% della sindaca Appendino. Come per quanto riguarda il capoluogo lombardo, anche in Piemonte si erge una cornice gialla, che si trasforma nel verde leghista allontanandosi dalla grande città.

Esiste un pattern tra dimensione del comune e voto? Non sembra esistere a livello nazionale, dove però si nota una buona presenza del Partito Democratico nelle grandi città. Primo partito a Milano, Torino, Bologna, Firenze. Forza Italia non domina in nessun grande centro. Il comune più popolato in cui ottiene il titolo di primo partito è Nettuno, nel Lazio. Roma, Genova, Napoli segnano invece il vantaggio del Movimento 5 Stelle, mentre la Lega conquista alcune città del nord come Verona, Vicenza, Varese e Cremona.

Se a livello nazionale la dimensione del comune non è indicativa del voto, a livello lombardo e piemontese, come notato nelle mappe, sembra esserci una certa relazione.

Sull’orlo esterno le grandi città, spesso rosse o gialle, con il verde dominante man mano che ci si accentra verso i comuni più piccoli. Rispetto alla situazione nazionale, insomma, su Lombardia e Piemonte si fa sentire l’effetto Lega, che al nord ha spopolato soprattutto nei piccoli comuni.