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economia

L’export in Russia nell’era delle sanzioni

La sezione 241 che ordina la pubblicazione del “Kremlin Report” è solo una parte del “pacchetto” approvato dal Congresso americano contro la Russia. Nel loro insieme, le nuove Linee Guida irrigidiscono i termini della normativa precedente (vedi scheda) e ne ampliano il raggio d’azione. Andando anche a colpire interessi europei. «Per la prima volta – spiega Vittorio Loi, partner dello Studio legale Pavia e Ansaldo, responsabile della Russian practice – l’applicazione dell’impianto sanzionatorio è extraterritoriale. Determinate sanzioni possono applicarsi anche a soggetti non americani. Con conseguenze rilevanti nel caso in cui un soggetto o una società europea abbia interessi negli Stati Uniti».
Finora, osserva Armando Ambrosio, resident partner a Mosca dello Studio legale De Berti Jacchia Franchini Forlani, «è indubbio che chi ci ha rimesso di più nella partita delle sanzioni sia stata l’Europa: un inasprimento della lotta gioca solo e soltanto contro di noi». Nel mirino è il fronte dell’energia. Se prima le restrizioni americane si applicavano solo ad “alcuni” progetti artici, in acque profonde o shale oil&gas in territorio russo, le nuove norme limitano le scadenze dei prestiti che sarà lecito concedere a finanziarie e gruppi energetici russi sotto sanzione, e stabiliscono che le sanzioni si applicheranno a tutti i progetti energetici – in Russia o altrove – in cui una compagnia russa sotto sanzione detenga una partecipazione di almeno il 33%.

Articolo sul Sole 24 Ore del 30 1 2018