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economia

Inverno, quasi un europeo su dieci vive in case male riscaldate

Nel 2016 l’8,7% dei cittadini dell’Unione Europea ha avuto problemi di riscaldamento. Nel senso che non è stato in grado di riscaldare adeguatamente la propria abitazione. Una percentuale che sale al 21% tra quelle persone il cui reddito è inferiore al 60% del reddito equivalente mediano. Dove il reddito equivalente sono i soldi che una famiglia può spendere una volta pagate le tasse. Per dirlo in maniera più chiara: tra gli europei a rischio povertà, uno su cinque vive in un’abitazione riscaldata poco e male. Con ovvie implicazioni sulla qualità della vita e la salute dei singoli.

 

Le situazioni peggiori registrate da Eurostat, istituto europeo di statistica che ha raccolto e rilasciato i dati, riguardano la Bulgaria (61,9%), la Grecia (52,5%) e Cipro (49%). Certo, in queste ultime due realtà gli inverni sono certamente più miti che a Sofia. Ma in Svizzera, ad esempio, il problema ha riguardato il 2% di chi vive a rischio povertà. In Finlandia il 3,8%, in Lussemburgo il 4%. E l’Italia? Il nostro Paese si trova al quinto posto della classifica: qui, secondo Eurostat, il 32,4% della fascia più povera della popolazione non è in grado di riscaldare adeguatamente la propria abitazione. Significa una persona su tre.

 

 

 

Di default la mappa mostra la situazione relativa alle persone a rischio povertà. Più uno Stato si tinge di azzurro, maggiore è la percentuale di soggetti che vivono in case che non riescono a riscaldare. Spiega il grafico. Il filtro ‘Status’ permette invece di visualizzare la situazione generale. Mentre quello ‘Paese’ agisce sulla seconda parte dell’infografica.

 

Ovvero quella nella quale è possibile osservare l’evoluzione della problematica nel corso degli ultimi anni. A livello europeo il dato più vecchio risale al 2010, ovvero al secondo inverno dopo lo scoppio della crisi. All’epoca il 9,4% della popolazione viveva in case fredde, percentuale che saliva al 21,1% tra le fasce più povere. Entrambi gli indicatori hanno visto un incremento negli anni immediatamente successivi, toccando il picco nel 2012. Dopodiché il trend si è invertito e la quota di chi non riesce a scaldare casa si è ridotta fino a livelli leggermente inferiori a quelli del 2010 per le fasce più poveri. Per la popolazione generale si è passati dal 9,4% di otto anni fa all’8,7% del 2016. Segno, mai che servisse puntualizzarlo, del fatto che chi ha un reddito più alto è uscito prima dalla crisi.

 

Questo a livello dei 28 Paesi dell’Unione europea. Già, perché in Italia il quadro è decisamente peggiore. In questo caso i dati risalgono indietro fino al 2007, ovvero all’anno precedente lo scoppio della crisi. È quindi possibile capirne al meglio l’impatto sulla capacità delle persone di scaldare la propria abitazione. E soprattutto valutare più compiutamente l’eventuale ripresa. Cominciamo, allora, dal quadro generale.

 

Nel 2007 il 10,7% della popolazione italiana non era in grado di riscaldare adeguatamente la propria abitazione. Una quota cresciuta leggermente fino al 2010, per poi compiere un doppio balzo: dall’11,6% al 17,8% nel 2011, al 21,3% l’anno successivo. Il problema ha quindi riguardato un italiano su cinque, a prescindere dal loro reddito. Il 2012 è stato l’anno del picco: da allora la percentuale è scesa, attestandosi al 16,1% dello scorso anno. Un dato superiore di oltre 5 punti percentuali rispetto a quello pre-crisi. Che dunque, anche da questo punto di vista, nel 2016 era tutt’altro che alle spalle.

 

Come è facile intuire, la problematica è stata decisamente più acuta nella fascia della popolazione a rischio di povertà. Che già in condizioni normali, ovvero nel 2007 prima della crisi, nel 25% dei casi non poteva permettersi di riscaldare il proprio appartamento. Anche in questo caso l’aumento è stato contenuto fino al 2010 (28,3%), per poi fare un doppio balzo l’anno successivo (36,1%) e nel 2012 (44%). Anno in cui praticamente una persona su due tra quelle più povere ha trascorso l’inverno in una casa fredda.

 

Anche in questo caso sei anni fa si è registrato il picco, dopodiché è iniziata una lenta discesa. Che ha portato al 32,4% dei persone povere non in grado di scaldare correttamente casa registrato da Eurostat per il 2016. Ancora una volta, si tratta di una persona su tre. Un ulteriore indicatore delle difficoltà che la crisi ha comportato per il cosiddetto Paese reale.