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economia

Europa, cala la disoccupazione giovanile ma non ovunque. Il caso Italia

 

È in calo un po’ dappertutto e questo è senz’altro un elemento positivo, visto che stiamo parlando della disoccupazione giovanile. Il punto è che Paese che vai, situazione che trovi: se in Italia i livelli precedenti alla crisi del 2008 sono ancora molto lontani, la Germania quei numeri se li è già dimenticati. Ed è dal 2010 che l’andamento è in costante miglioramento.

 

Prima di procedere, un po’ di ordine. I numeri arrivano da Eurostat, l’istituto europeo di statistica. E fanno riferimento alla percentuale di under 25 che risulta disoccupata. Bene specificarlo, si tratta della percentuale riferita a quei giovani attivi sul mercato, anche solo alla ricerca di un’occupazione. In altre parole, gli studenti non fanno parte del totale. Infodata ha ricostruito la serie storica, su base mensile, a partire dal 2008, l’anno della crisi dei mutui subprime. E l’andamento è questo:

 

Il grafico mostra, di default, la situazione a livello italiano. Basta utilizzare il filtro in alto a sinistra, però, per vedere come vanno le cose negli altri Paesi europei. Intanto, però, l’Italia. Gli anni successivi alla crisi hanno visto crescere fortemente la disoccupazione giovanile, passata dal 19,6% del febbraio del 2008 fino al picco massimo del 43,8% registrato nell’aprile del 2014. Da allora la tendenza è quella di un calo, per quanto non sempre costante. L’ultimo dato risale al mese di agosto e parla del 35,1% di disoccupazione tra gli under 25. Detto altrimenti: un terzo dei giovani attivi sul mercato del 5lavoro non ha un’occupazione.

 

Se poi si utilizza il filtro e si seleziona UE28 è possibile valutare come sono andate le cose a livello continentale. Si vede così come, a livello di disoccupazione giovanile, l’Unione europea abbia iniziato a riprendersi già dai primi mesi del 2014. E che oramai sia sostanzialmente tornata sui livelli precedenti all’inizio della crisi. In Germania, invece, il picco più alto si è raggiunto nell’agosto del 2009, nemmeno un anno dopo lo scoppio della bolla dei mutui subprime. In quel momento l’11,5% degli under 25 tedeschi era senza lavoro.

 

Vale la pena ribadirlo: Berlino ha toccato il fondo dodici mesi dopo la crisi dell’autunno 2008, Roma lo ha fatto cinque anni e mezzo più tardi. E la situazione peggiore in Germania vedeva un tasso di disoccupazione pari ad un quarto dello scenario più grave registrato in Italia. Ma ciò che rende ancora più impari il confronto è l’andamento della situazione: dopo aver toccato il picco, nei land tedeschi la disoccupazione giovanile è costantemente calata, arrivando al 6,4% registrato ad agosto di quest’anno. Un valore percentuale pari ad un settimo di quello registrato nello stesso periodo a Sud delle Alpi. Per avere un’idea ancora più precisa di cosa sia successo, vale la pena di osservare questo grafico:

 

 

In questo caso, su ogni colonna è visualizzata la situazione in un singolo Paese. Ogni punto rappresenta uno dei valori del tasso di disoccupazione giovanile registrato su base mensile dal 2008 ad oggi. Il filtro “Anno” permette di evidenziare la situazione in una singola annualità, quello “Paese” di scegliere la nazione da visualizzare all’interno della rispettiva colonna.

 

Di base il grafico mostra la situazione in Italia, in Germania e nell’Unione Europea. Nel nostro Paese la disoccupazione giovanile negli ultimi anni ha oscillato tra il 20 ed il 45%, a Berlino si è mossa intorno al 10%. L’Europa è una discreta sintesi, visto che il dato si è mosso tra il 15 ed il 25%. Ma è una sintesi che non dà conto di come, in alcune nazioni molto più che in altre, a pagare il prezzo della crisi sia stata soprattutto la generazione dei Millennials.