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cronaca

Un italiano su quattro non arriverà mai alla laurea. I numeri

Un italiano su quattro non arriverà mai alla laurea. E difficilmente lavorerà stabilmente. È l’altra faccia della luna illuminata dalle ultime rilevazioni statistiche di Eurostat su quel 26,1% di nostri connazionali 25-34enni in possesso al massimo della licenza media. Numeri che mostrano – come evidenziato sul Sole 24 Ore di ieri – un’Italia doppiamente in controtendenza. Rispetto al resto d’Europa e rispetto a se stessa, visto che negli ultimi 15 anni anche noi eravamo riusciti a ridurre la fetta di giovani a bassa scolarizzazione. Aver invertito la tendenza ci (e soprattutto li) espone a più di un rischio. Il primo è che difficilmente arriveremo in tempi brevi al 40% di adulti in possesso del titolo terziario previsto dalla strategia di Europa 2020. Il secondo è che un’intera generazione rischia di poter competere per un’occupazione solo con i lavoratori migranti.

Articolo pubblicato sul Sole 24 Ore del 6 settembre 2017
Ultimi commenti
  • Alberto |

    Ma di che cosa vi sorprendete?…
    Il sistema economico italiano fondato sulla manifattura non necessita di laureati…

  • Alberto |

    Ma di che cosa vi sorprendete?…
    Il sistema economico italiano fondato sulla manifattura non necessita di laureati…

  • Luigi |

    Osservando i colori della mappa, non si registra una correlazione tra sviluppo economico e scolarità. Se da un lato la Francia e i paesi scandinavi fanno credere che ci sia, il dato di Gran Bretagna, Germania e Italia non mostrano tale correlazione. Anche il dato sui Paesi dell’est non mettono in evidenza tale correlazione. Molta istruzione ma modesto sviluppo economico. Ciò dovrebbe indurci ad approfondire la questione. Per comprendere il significato di tale scarsa correlazione e cercare di uscire dai luoghi comuni. La prima cosa che mi viene in mente è che in Paesi come Gran Bretagna, Germania e Italia, l’istruzione professionale non sia affidata alla scuola, ma che ci siano forme di istruzione, non ufficiali, almeno per quanto riguarda il lavoro, molto potenti nella società di questi Paesi. Nella mappa non c’è il dato russo. Se ci fosse scopriremmo forse che i russi sono i più istruiti del mondo ma la Russia ha un PIL inferiore a quello italiano. Quindi due sono le cose: o l’istruzione è ininfluente sullo sviluppo economico, il che è evidentemente assurdo, oppure la Scuola, come istituzione ufficialmente preposta, non è decisiva a questo fine, ma esistono nei grandi Paesi altri “centri” informali di istruzione.

  • Luigi |

    Osservando i colori della mappa, non si registra una correlazione tra sviluppo economico e scolarità. Se da un lato la Francia e i paesi scandinavi fanno credere che ci sia, il dato di Gran Bretagna, Germania e Italia non mostrano tale correlazione. Anche il dato sui Paesi dell’est non mettono in evidenza tale correlazione. Molta istruzione ma modesto sviluppo economico. Ciò dovrebbe indurci ad approfondire la questione. Per comprendere il significato di tale scarsa correlazione e cercare di uscire dai luoghi comuni. La prima cosa che mi viene in mente è che in Paesi come Gran Bretagna, Germania e Italia, l’istruzione professionale non sia affidata alla scuola, ma che ci siano forme di istruzione, non ufficiali, almeno per quanto riguarda il lavoro, molto potenti nella società di questi Paesi. Nella mappa non c’è il dato russo. Se ci fosse scopriremmo forse che i russi sono i più istruiti del mondo ma la Russia ha un PIL inferiore a quello italiano. Quindi due sono le cose: o l’istruzione è ininfluente sullo sviluppo economico, il che è evidentemente assurdo, oppure la Scuola, come istituzione ufficialmente preposta, non è decisiva a questo fine, ma esistono nei grandi Paesi altri “centri” informali di istruzione.

  • Luca Fanucchi |

    Quanto hanno 2 lauree?

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