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Scopri se la tua scuola è sicuro. La mappa del rischio Comune per Comune

In Italia sono poco meno di 2.000 gli edifici scolastici costruiti senza alcun rispetto delle norme antisismiche in zone ad elevato rischio terremoti.
Il 75% circa di queste si trovano in territorio calabrese, dove Reggio di Calabria e Cosenza sono le città con il numero più alto, rispettivamente 514 e 396 istituti.

Il dato aumenta esponenzialmente se guardiamo alle zone con un rischio sismico medio/alto: sono oltre 10.000 gli istituti che non presentano alcun tipo di progettazione antisismica. Qui il triste primato va a Roma con ben 1.925 scuole in pericolo.

Il nostro Paese – ormai lo sappiamo – è attraversato, da Nord a Sud, da lenti ma continui movimenti che provocano scosse di terremoto più o meno forti. I tragici terremoti dell’Aquila (2009), dell’Emilia (2012) e del Centro Italia (2016) ce lo hanno dimostrato bene, e hanno portato all’ordine del giorno il tema della prevenzione contro gli eventi sismici. Perché, se prevedere il verificarsi di un sisma è estremamente difficile, cercare di limitarne i danni è oggi un imperativo.

Tuttavia, la mappa elaborata a partire da dati Istat, non ci dà buone notizie: sono appena 534 le scuole edificate in conformità alle norme antisismiche in zone ad elevato rischio. La maggior parte si trova in Centro e Sud Italia: Potenza e L’Aquila sono le città con il numero più alto, rispettivamente con 131 e 108 istituiti a norma.
Di molto superiore il dato relativo alle zone con un rischio medio/alto, nelle quali sono 2.476 le sedi di scuole che garantiscono maggiori livelli di sicurezza ai propri studenti. Rimane preoccupante il confronto con i 10.201 istituti che risultano ancora sprovvisti di progettazione antisismica.

 

 

Il rischio sismico non è l’unico a minacciare la stabilità delle scuole italiane. Negli ultimi anni è aumentato – soprattutto nelle stagioni più piovose – il numero di alluvioni e frane provocate da forti precipitazioni. Nell’infografica successiva abbiamo preso in considerazione tutti gli edifici scolastici a rischio: tra questi, sono oltre un migliaio quelli costruiti in zone particolarmente calde e 246 strutture vengono classificate come “vetuste”, termine che sta ad indicare un edificio molto antico e quindi potenzialmente esposto a maggiori danni in caso di calamità naturali. La maggior parte di queste scuole si trova nelle regioni centrali della penisola, ma ve ne sono diverse anche in Sicilia.

I territori colpiti esclusivamente da instabilità idrogeologica aumentano di anno in anno e si concentrano prevalentemente sul litorale tirrenico, tra Liguria e Toscana, e nelle regioni del Nord-Ovest (Piemonte e Lombardia). Tuttavia il numero complessivo (1.251 scuole in tutto il Paese) non regge il confronto con gli oltre 21 mila istituti costruiti in zone a forte pericolo di terremoti ma a ridotto o nullo rischio idrogeologico.
Nel complesso gli edifici scolastici vetusti che si trovano in zone ad alto o medio rischio sismico e idrogeologico sono circa il 13% del totale.

 

Nell’ultima infografica, che mostra i territori più a rischio e quelli con pericolosità limitata, è possibile osservare una divisione abbastanza netta tra Nord e Sud: le regioni settentrionali risultano essere più stabili dal punto di vista idrogeologico e sismico. L’area verde arriva a coprire quasi interamente Liguria, Piemonte, Lombardia, Veneto e Toscana, nonostante una forte concentrazione di scuole edificate in zone sicure sia presente anche in Puglia e Sardegna.

Tra le aree soggette ad almeno una delle due tipologie di rischio, prevalgono quelle nelle quali possono verificarsi terremoti di media/alta intensità. In questo caso la Sardegna è l’unica regione completamente stabile dal punto di vista sismico. Mentre in generale le zone più attive si addensano tra Centro e Sud Italia.

Le scuole sottoposte a rischio sia sismico sia idrogeologico sono collocate soprattutto nelle zone centrali. Lazio (194), Sicilia (135) e Marche (116) salgono sul podio, ma questo dato deve essere pesato sulla numerosità di istituti ospitati in totale dalle tre regioni. La classifica deve quindi essere aggiornata nel seguente modo: Marche in testa con Lazio e Sicilia al seguito.
Tuttavia, se si osserva l’incidenza delle scuole a rischio sulla totalità degli istituti presenti sul territorio, è l’Umbria la regione con la maggiore percentuale: 1 istituto su 10 si trova in zone ad elevato pericolo sismico ed idrogeologico.

 

Articolo uscito a luglio 2017