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tecnologia

Circular economy: cresce la compravendita dell’usato, business da 19 miliardi

Gli esperti lo definiscono uno dei driver della cosiddetta “circular economy”, e cioè del modello secondo cui il consumatore riveste un ruolo più centrale e più consapevole nella vita di un bene, sentendosi responsabile dal momento del suo acquisto fino a quello del suo smaltimento. Allungandone il ciclo di vita. Più concretamente parliamo di un settore in continua crescita, sia in termini di valore generato sia in fatto di soggetti che ne sono direttamente interessati. Il mercato dell’usato, e i dati provengono dall’edizione 2016 dell’Osservatorio Second Hand Economy condotto da Doxa, per conto di Subito, scoppia di salute e l’anno passato è salito di un miliardo di euro rispetto al 2015, toccando quota 19 miliardi e contribuendo nella misura dell’1,1% sul Pil nazionale.
La portata del fenomeno si spiega sostanzialmente con la sempre maggiore affezione alla compravendita “second hand” degli italiani: il 33% di chi non l’ha mai sperimentata si dichiara infatti propenso a farlo (e il dato è in aumento del 5% anno su anno) mentre è in calo (dal 53% al 45%) sia la fascia di popolazione che non ha mai acquistato usato perché preferisce puntare su oggetti nuovi sia quella (dal 10% al 5%) che non ha mai venduto perché si dichiara particolarmente legata ai propri beni. Chi opera in questa economia, si legge nello studio, la considera nel 58% dei casi una scelta consapevole e una soluzione intelligente per guadagnare (risparmiare): in media parliamo di 900 euro di venduto l’anno per utente.
La componente digitale della “second hand” economy è come facilmente immaginabile molto rilevante. Il Web, e lo dicono i due terzi del campione di intervistati, viene privilegiato perché è il canale più veloce per trovare facilmente ciò che si cerca e per concludere buoni affari. Venendo ai numeri, gli italiani che acquistano o vendono online sono il 15% del totale e a questa comunità si deve il 37% del giro d’affari dell’usato, e cioè circa 7,1 miliardi di euro, con un incremento di 300 milioni rispetto al 2015. I motori, con un volume di transato di cinque miliardi di euro, sono il settore a più elevata incidenza, precedendo la casa e la persona (984 milioni), l’elettronica (647 milioni) e lo sport & hobby (465 milioni).