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cronaca

Italia, solo un manager su tre è donna. E guadagna il 33% in meno

 Va peggio solo a Cipro e in Ungheria. Per il resto, l’Italia è il Paese europeo in cui le donne manager sono meno rispetto ai colleghi maschi. E in cui, a parità di mansioni, il divario salariale legato al genere è maggiore. Lo afferma Eurostat che, in occasione dell’8 marzo, ha pubblicato un report dedicato al numero di donne che ricoprono posizioni manageriali. E alla differenza retributiva rispetto ai colleghi di sesso maschile. Due indicatori che piazzano, entrambi, l’Italia al penultimo posto nella classifica europea.

Prima di addentrarsi nei numeri, una precisazione. Per posizione manageriale, l’istituto europeo di statistica si rifà alla definizione adottata dall’Organizzazione internazionale del lavoro, agenzia che fa capo alle Nazioni unite. Considerando cioè come manager una persona che abbia un ruolo dirigenziale in un’azienda con almeno 10 dipendenti. Una posizione occupata in Europa da 7,2 milioni di persone, delle quali solo 2,6 sono donne. In percentuale si tratta del 35%, come a dire che a livello continentale solo un terzo dei manager sono di sesso femminile. Guardando ai singoli Paesi, la situazione è quella rappresentata in questa infografica:

Nella mappa gli Stati si colorano di un azzurro più intenso quanto più la quota di manager uomini supera il 50%. E di un rosa più scuro quanto più è la percentuale di donne a capo di un’azienda a superare quota 50. O almeno, dovrebbe. Già, perché l’unico Paese in cui questo avviene è la Lituania, dove il “capo” parla di sé stessa al femminile nel 52,76% delle aziende con più di dieci dipendenti. In Polonia sono il 44,1, in Bulgaria il 43,5. E in Italia?

Appena il 22%, poco più di una su cinque. Peggio va solo a Cipro, dove solo il 21,6% di chi occupa una posizione manageriale è di sesso femminile. Per visualizzare al meglio la proporzione tra dirigenti uomini e donne è possibile osservare la seconda parte dell’infografica. Il filtro permette di selezionare il Paese che si vuole visualizzare. Ad esempio l’Italia, dove i manager di sesso maschile sono 104mila. Mentre le colleghe con le stesse responsabilità sono appena 29mila.

Ma questo non è nemmeno l’aspetto peggiore del problema. Perché anche quando le donne riescono ad ottenere una posizione manageriale, vengono pagate meno degli uomini. Un tema non nuovo, quello del gender pay gap, ovvero del divario salariale legato al genere del dipendente. E che vede l’Italia agli ultimi posti in Europa. A livello generale, la situazione è questa:

In questo caso la mappa è colorata di rosso, tanto più scuro quanto più alto è il divario salariale in termini percentuali. Passando con il mouse su uno Stato è possibile visualizzare anche la differenza in termini assoluti. Ad esempio in Ungheria le manager donna guadagnano il 33,7% in meno dei colleghi maschi, il dato peggiore a livello continentale, la differenza a livello di stipendio è di 3,88 euro l’ora. Mentre in Turchia, dove la distanza è del 7%, in busta paga le manager donna trovano 83 centesimi per ogni 60 minuti trascorsi in ufficio in meno rispetto ai colleghi.

L’Italia, come detto, sta al penultimo posto, subito sopra l’Ungheria. In termini percentuali le donne guadagnano il 33,5% in meno all’ora rispetto ai colleghi maschi. In termini assoluti si tratta di una differenza di quasi 15 euro ogni ora di lavoro. Lo si può vedere meglio nella seconda parte dell’infografica, utilizzando il filtro per visualizzare la situazione italiana. E scoprire così che gli uomini che guidano un’azienda con almeno 10 dipendenti guadagnano in media 44,28 euro ogni ora. Mentre le colleghe donna si fermano a 29,44 euro l’ora. Una differenza ben più marcata rispetto alla media europea, dove il divario salariale è di 9,20 euro l’ora. E che, insieme alla quota di manager di sesso femminile rispetto al totale, contribuisce a spingere l’Italia in fondo alla classifica europea.

Per altre notizie sulle donne e sull’8 marzo andate su Alley Oop.