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In Italia l’1% più ricco possiede il 25% della ricchezza nazionale

Bastano i primi 8 ‘Paperoni’ del pianeta per fare la ricchezza dei 3,6 miliardi più poveri. E’ quanto calcola il rapporto Oxfam
– la ong britannica attenta all’economia sociale – che conferma il dato che emerge dal 2015: l’1% dei più facoltosi al mondo
possiede quanto il restante 99%. In un contesto di crescenti contrasti la ricchezza cumulata da un’esigua minoranza di super ricchi sta crescendo a dismisura tanto che, con questo ritmo, tra 25 anni potremmo trovarsi di fronte al primo ‘trillionario’, con una ricchezza superiore ai 1.000 miliardi di dollari.
Il rapporto aggiorna i dati della disuguaglianza in occasione dell’appuntamento del World Economic Forum che vede i potenti del mondo riuniti a Davos, nella cittadina svizzera del cantone dei Grigioni nota per la sua ”montagna incantata”. Tanto che viene accompagnato da una petizione rivolta ai governi per chiedere una serie di interventi in favore di una economia umana.
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Entrando più nello specifico. Secondo le nuove stime sulla distribuzione della ricchezza globale, basate su dati migliorati rispetto alla condizione delle fasce di popolazione meno abbienti in Cina e India, la metà più povera del pianeta è ancora più povera di quanto calcolato in passato. Se questi dati fossero stati disponibili già lo scorso anno, avremmo avuto 9 miliardari in possesso della ricchezza della metà più povera del mondo e non 62.

Primo trillionaire nei prossimi 25 anni
Il rapporto di Oxfam dimostra come l’attuale sistema economico favorisca l’accumulo di ricchezza nelle mani di una élite super privilegiata ai danni dei più poveri, che sono in maggioranza donne. I mega paperoni dei nostri giorni si arricchiscono a un ritmo così veloce che potremmo veder nascere il primo trillionaire (ovvero un individuo che possiederà più di 1.000 miliardi di dollari) nei prossimi 25 anni. Per avere un’idea del significato – la parola non è ancora nei vocabolari – bisogna pensare che per consumare un trilione di dollari è necessario spendere 1 milione di dollari al giorno per 2.738 anni.

Sette persone su dieci vivono in paesi dove la disuguaglianza è cresciuta negli ultimi 30 anni: tra il 1988 e il 2011 il reddito medio del 10% più povero è aumentato di 65 dollari, meno di 3 dollari l’anno, mentre quello dell’1% più ricco di 11.800 dollari, vale a dire 182 volte tanto.

Donne e disuguaglianza
In questo quadro, le donne sono particolarmente svantaggiate perché trovano prevalentemente lavoro in settori con salari più bassi e hanno sulle spalle la gran parte del lavoro domestico e di cura non retribuito. Di questo passo ci vorranno 170 anni perché una donna raggiunga gli stessi livelli retributivi di un uomo.

Per quanto riguarda l’Italia.
Nel 2016 la ricchezza dell’1% più ricco degli italiani (in possesso oggi del 25% di ricchezza nazionale netta) è oltre 30 volte la ricchezza del 30% più povero dei nostri connazionali e 415 volte quella detenuta dal 20% più povero della popolazione italiana. Per quanto riguarda il reddito tra il 1988 e il 2011, il 10% più ricco della popolazione ha accumulato un incremento di reddito superiore a quello della metà più povera degli italiani. E come rilevato da una recente indagine demoscopica di Demopolis per Oxfam Italia sono proprio reddito e ricchezza a rappresentare le due dimensioni in cui i cittadini italiani percepiscono oggi le disuguaglianze più pronunciate.

@lucatremolada

Ultimi commenti
  • Antonio Plati |

    Le statistiche sulla distribuzione della ricchezza nei vari paesi del mondo dovrebbero includere il reddito medio delle famiglie escludendo l’1%, il 10% e il 20% delle famiglie piu’ ricche. Il reddito medio generale non e’ infatti significativo della ricchezza della maggior parte della popolazione visto che una piccola percentuale di cittadini possiede la stragrande maggioranza del reddito e della ricchezza.

  • Mauro Magnani |

    Il vero problema, sul quale tutti dovremmo riflettere, risiede nella nostra mancata partecipazione alla vita politica, al nostra lamentarsi inconcludente, al nostro stato di malati incurabili. Quando sentiamo il Berlusca ipotizzare la flat tax, andiamo a dirgli il fatto nostro; quando sentiamo Di Maio accennare allo sfondamento del deficit di bilancio, andiamo a chiedergli se c’è qualcuno che possibilmente capisca un po’ più di lui; quando ascoltiamo Renzi … ci vorrebbe troppo tempo e non ho più voglia di scrivere,

  • Leonardo |

    Una domanda:
    Quando si è trattato di correre ai ripari con richieste di sacrifici per evitare la bancarotta del paese, si sono rispettate le stesse proporzioni della detenzione delle ricchezze? (Ovviamente è una domanda retorica)

  • Tore Fois |

    Un paio di osservazioni. L’aumento del 10% di 1.000 euro (esempio) è di 100 euro; l’aumento del 10% di 100 milioni, sono 10 milioni. Quindi se anche risulta evidente che l’aumento di reddito del povero è più influente, il povero rimane sempre povero e il ricco invece diventa sempre più ricco. Tutto il resto gira attorno a questo punto imprenscindibile. Come il fatto che l’aumento delle tasse e tributi, anche minimo (come quello per l’acqua, luce, etc.) influisce sui poveri mentre risulta ininfluente a quello del ricco. Anche se questo avesse un reddito di molto inferiore ai 100 milioni dell’esempio. Così come le ‘grandi politiche’ per le famiglie dei vari governi italiani (iron. ‘grande’ assente e ‘politiche’ idem) fanno in modo che avere 2-3 figli a carico diventa un’utopia per molti italiani, viste le premesse di cui sopra. In tutta evidenza il ‘governo’ o dei partiti hanno altre priorità che l’aumento del tenore di vita degli italiani: salvare le banche (miliardi pronti all’uso mentre per anni non ci sono stati i soldi per un rinnovo contrattuale del pubblico impiego o per l’aumento degli assegni familiari etc. etc.); realizzare le ‘grandi intese’ (per fare che cosa?)… e tutelare gli interessi di chi ha voce in capitolo. E la gente ‘normale’ questo non ce l’ha, se non in sede di elezioni. Dove però ci si lascia traviare dalla ‘lotta politica’ faziosa: destra contro sinistra; difesa del governo di turno vs opposizione; quello contro quell’altro… quando risulta in tutta evidenza che gli uni e gli altri sono tutti uguali ai fini del problema in esame. Il tutto discutendo di dettagli fini a se stessi. E tutto questo non pretendendo che i ricchi diventano ‘poveri’ ma che almeno si cerchi di garantire alla popolazione un tenore di vita perlomeno sufficiente ad arrivare a fine mese tranquillamente. Quindi Antonio Ippolito, di che cosa stiamo a parlare?

  • Lucio |

    E il problema sono le pensioni o l’art.18? Come direbbe Totò ma mi faccia il piacere..in un paese dove la corte dei conti dice che la corruzione costa al paese circa 60 miliardi annui e che tra evasione ed elusione arriviamo a cifre annue iperboliche che sfiorano 150 miliardi annui di cui circa 11 miliardi di evasione contributiva il problema, lo ripeto, sono le pensioni o l’art.18 ? Come ha già detto Warren Buffet non molto tempo fa “c’è una lotta di classe in corso ed è la mia classe, la classe dei ricchi, che la sta facendo e stiamo pure vincendo “. Però se la corda si tira troppo quando si rompe gli effetti sono purtroppo drammatici.

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