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economia

La mappa del commercio estero: la previsioni di import dei manufatti


Il contributo più rilevante all’evoluzione delle importazioni è dato dai paesi dell’area Euro che crescono nel complesso di oltre 7 punti percentuali, al traino di Germania (7.5%) e Francia (4.5%) che insieme rappresentano il 45% dell’import dell’Unione. In termini relativi le performance più brillanti sono realizzate da Irlanda (13.5%) e Spagna (12.5%).
L’altro anello forte del commercio mondiale è quello dei “mercati maturi lontani” – Usa, Canada, Israele, Nuova Guinea, Giappone, Australia, Corea del Sud ed Hong Kong – che nel 2015 hanno aumentato gli acquisti del 15.8% praticamente il 34.5% di quelli mondiali, raggiungendo il valore di 3.7000 miliardi di euro. A fare meglio sono gli Usa, che rappresentano il 44.2% del mercato di tutta la categoria e hanno contribuito per il 60.5% alla crescita delle importazioni di manufatti della macro area.
Grazie a questi mercati, le Pmi italiane hanno potuto resistere alla crisi. Nel 2015 la nostra quota di mercato si è mantenuta pressoché stabile (2.1%) in Nord America, Oceania ed Israele; mentre è lievemente diminuita nell’area asiatica, fermando all’1.2%. Il settore della meccanica svetta per prospettive di crescita, seguito dal blocco moda-arredamento – a patto che riesca a rinnovare l’offerta anche mediante il canale e-commerce. Il vero scatto in avanti, per la meccanica, si realizzerà intercettando mercati di frontiera come Vietnam, Indonesia e Africa meridionale. Destano invece qualche preoccupazione i cosiddetti “emergenti lontani” (Cina, America latina, Africa meridionale).

Articolo sul Sole 24 Ore del 16 novembre a pagina 27