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tecnologia

Sharing economy e Crowdfunding, tutti i dati delle piattaforme italiane

Sarà che l’onda alta della sharing economy si è abbattuta tardi sulla penisola, sarà che l’Italia ha un forte tessuto sociale. In ogni caso la via italiana dell’economia collaborativa mostra una particolarità: una adesione ai valori identitari come la sostenibilità e il sociale. In controtendenza rispetto ad altri paesi in cui la vocazione prevalente è quella dei servizi on demand, che consentono di abbattere i costi e aumentare i profitti, in Italia si tentano di percorrere anche altre strade più vicine al peer to peer (l’uguaglianza tra pari), alle collaborazioni, a modelli di business alternativi.

Osservando le 118 piattaforme di sharing economy italiane si può notare come i settori più attivi siano i trasporti (19% delle piattaforme), lo scambio di beni di consumo (15%) e il turismo (15%), mentre gli altri settori non superano il 10%. Le piattaforme di Crowdfunding attive sono invece 69, il 31% delle quali ha un sistema basato sulle ricompense differenziate in relazione all’importo del finanziamento, seguono le piattaforme basate sulle donazioni e quelle basate sull’equity (entrambe al 19%).

Tratto da Il Sole 24 ORE del 08/11/2015, pagine 10 e 11