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economia

Piano Juncker, l’Italia punta su Pmi e Banda Larga

Il ministero dell’Economia plaude alla decisione di Cdp di partecipare al «piano Juncker» con 8 miliardi di finanziamenti. Andranno a progetti nazionali inseriti nel piano e non passeranno quindi per il Feis, il Fondo europeo per gli investimenti strategici. Finanziamenti diretti a investimenti che valgono più di 20 miliardi, con priorità al credito per Pmi, digital economy, sistema di infrastrutture di trasporto ed energia. Oltre al contributo di Cdp – afferma una nota del Mef – «questi progetti dovranno beneficiare dell’intervento finanziario di soggetti privati e del cofinanziamento della Banca europea degli investimenti, oltre alle garanzie offerte dalla stessa Bei garantiti dal Fondo europeo per gli investimenti strategici (Feis), soggette alla valutazione degli organi che verranno preposti alle opportune verifiche».

Tra le proposte italiane per il Piano Juncker spiccano gli investimenti per le piccole e medie imprese e per la digitalizzazione (82,2 miliardi di euro totali, di cui 39,5 investiti tra il 2015 e il 2017). La banda ultralarga e il raggiungimento degli standard europei saranno in prima linea nei programmi di digital economy. Quasi 73 miliardi di euro saranno investiti in totale per finanziare piani dedicati alle infrastrutture di trasporto, mentre all’energia l’Italia dedicherà 26,6 miliardi, di cui 13,9 tra il 2015 e 2017. Per l’Europa, invece, il settore energetico sarà il più importante e riceverà finanziamenti totali per 456,6 miliardi di euro, seguito dai trasporti (434,2 miliardi).

Da Il Sole 24 ORE dell’11 Marzo 2015, pagina 5.

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