Indica un intervallo di date:
  • Dal Al
cronaca

La mappa e (i costi economici) delle aree più colpite dal terremoto del Centro Italia

I danni del terremoto e della morsa del gelo non sono solo quelli drammatici dei crolli o dell’hotel Rigopiano di Farindola, nel cuore del Gran Sasso, spazzato via da una valanga di neve. Ci sono danni meno visibili, ma molto profondi che rischiano, ancora di più dopo gli ultimi giorni, di far pagare un conto salatissimo a una delle industrie più ricche di questi territori: il turismo. Che qui vale 9 miliardi l’anno e ora rischia di vedere dimezzato il proprio contributo all’economia locale. Arrivando addirittura a lambire Roma che nella percezione degli stranieri è associata al centro Italia. E quindi al rischio terremoto.
In questo quadrilatero tra Lazio del Nord, Abruzzo, Marche e Umbria, ci sono gemme come la Valnerina (da Amatrice a Norcia) investita dal sisma e ora alle prese con arrivi crollati al 90% o azzerati del tutto e mete famose in tutto il mondo come quelle dell’Umbria – da Assisi a Spoleto e Gubbio – che anche se lontane dal cratere del terremoto hanno subito cali dal 30% (a novembre) al 50% (dicembre). Numeri che hanno quasi azzerato il boom turistico che l’Umbria stava vivendo fino al 24 agosto (+11%), data della prima scossa. Anche in Abruzzo – come risulta a un primo monitoraggio di Confindustria Alberghi – il crollo degli arrivi rispetto al periodo agosto-dicembre 2015 è stato del 30-40%. Con le destinazioni sciistiche abruzzesi che guardano con terrore all’inizio della stagione. Mentre nelle Marche territori come l’ascolano o il maceratese registrano l’assenza quasi totale di turisti. Il rischio è che il crollo vertiginoso continui nei prossimi mesi dimezzando di fatto l’economia turistica in queste zone che tutte insieme – calcolando le 10 province più coinvolte – producono quasi 9 miliardi di Pil (compreso indotto e investimenti), con 5,2 milioni di arrivi, 20 milioni di giorni di presenza, 25mila imprese coinvolte che attraggono 600 milioni di spesa solo dai turisti stranieri. «Il Governo deve studiare degli ammortizzatori sociali per il settore almeno per coprire metà del 2017 quando si sentiranno le ripercussioni di questo crollo», avverte Fabio Paparelli assessore al turismo dell’Umbria.

Articolo sul Sole 24 Ore del 20 gennaio 2017