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Sono 838 le opere incompiute per 3 miliardi di costi all’anno. La mappa


Sono 838 le opere incompiute in Italia per un totale di circa 3 miliardi di euro di costi all’anno. Si va da regioni più virtuose, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta – Bolzano ha solo 2 interventi bloccati, Aosta e Trento appena 4 – a territori in grande difficoltà, come la Sicilia con 113 opere pubbliche non cocnluse.
È la Campania la regione con il più alto incremento tra il 2015 e il 2016 (+78). Appena un anno fa le opere incompiute erano 12 e sono ora arrivate a 90. Pu restando negativo il bilancio della Sicilia, le va comunque riconosciuto un miglioramento, dai 215 interventi dello scorso anno ai 113 di oggi.
Secondo l’analisi di Andrea Gilardoni, presidente di Agici Finanza d’Impresa, una delle cause è «l’assenza Italia di una seria e stringente analisi costi/benefici a monte di ogni intervento».

Articolo sul Sole 24 Ore del 2 novembre a pagina 9
Ultimi commenti
  • mat |

    Al di là delle accuse generiche, della classe dirigenziale incapace e via dicendo, a volte i lavori sono fermi per mancanza di fondi pubblici con le ditte che aspettano invano l’arrivo dei pagamenti per lavori compiuti e sono a volte costretti a fallire.
    Nel mio immediato vicinato (in Toscana) hanno cominciato a costruire una scuola elementare quando ci sarebbero dovuti andare i miei figli – ora loro sono alle superiori e al cantiere c’è soltanto lo scheletro di cemento armato, neanche i muri. Ma non è la colpa dell’impresa edile, questo lo so per certo.

  • mat |

    Al di là delle accuse generiche, della classe dirigenziale incapace e via dicendo, a volte i lavori sono fermi per mancanza di fondi pubblici con le ditte che aspettano invano l’arrivo dei pagamenti per lavori compiuti e sono a volte costretti a fallire.
    Nel mio immediato vicinato (in Toscana) hanno cominciato a costruire una scuola elementare quando ci sarebbero dovuti andare i miei figli – ora loro sono alle superiori e al cantiere c’è soltanto lo scheletro di cemento armato, neanche i muri. Ma non è la colpa dell’impresa edile, questo lo so per certo.

  • Dario D'Arsiè |

    Sono d’accordo. Solo in Italia sta succedendo, sia nel pubblico che nel privato, abbiamo dirigenti che sono arrivati lì senza avere esperienza solo per sapersi vendere e poi fanno gli interessi propri facendo danni alle aziende ed allo stato. E’ ingiusto perché ne va della meritocrazia che oggi è rimasta solo una parola a scapito di chi lavora a testa bassa.

  • Dario D'Arsiè |

    Sono d’accordo. Solo in Italia sta succedendo, sia nel pubblico che nel privato, abbiamo dirigenti che sono arrivati lì senza avere esperienza solo per sapersi vendere e poi fanno gli interessi propri facendo danni alle aziende ed allo stato. E’ ingiusto perché ne va della meritocrazia che oggi è rimasta solo una parola a scapito di chi lavora a testa bassa.

  • Francesco Romano |

    Per evitare questi sprechi basterebbe applicare le penali previste dai capitolati speciali di appalto in tal modo si recupererebbero soldi pubblici , ed inibire le imprese ritardatarie (in caso di gravi ritardi o mancate consegne) dalle gare di appalto per un periodo di tempo lungo.
    Se poi si coinvolgesse nelle responsabilità gli studi di progettazione che in tanti casi fanno progetti errati che volutamente lasciano spazio ad eventuali perizie di variante valutate e determinate per importo e tempi di esecuzione dagli stessi studi di progettazione (anomalia tutta italiana), allora renderemmo il nostro sistema di appalti pubblici credibile e meno dispendioso

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