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Europei di calcio: i numeri, i convocati e lo strapotere della Premier League

Più di 550 convocati, 24 squadre ed un solo obiettivo: alzare nel cielo di Parigi il trofeo della coppa d’Inghilterra. Sì, perché dei 552 atleti scelti dai 24 commissari tecnici ben uno su quattro milita nella Premier League o comunque nei campionati inglesi. È qui che giocano tutti i 23 della nazionale di Sua Maestà, 22 di quella irlandese, 21 di quella gallese. E ancora 18 degli atleti scelti per la rappresentativa dell’Irlanda del Nord. E non è finita: 11 belgi e altrettanti francesi, da Eden Hazard a Bacary Sagna, militano nel campionato appena vinto da Claudio Ranieri e dal suo Leicester. Nutrita anche la pattuglia spagnola, con sei convocati guidati da Cesc Fabregas, per finire con tre italiani: Graziano Pellè, Angelo Ogbonna e Matteo Darmian. Ai quali bisognerebbe aggiungere anche Emanuele Giaccherini, che quest’anno ha giocato sì a Bologna, ma comunque in prestito dal Sunderland.
 
Non è insomma un caso se la squadra di club più rappresentata a Euro 2016 è una formazione inglese. Si tratta del Liverpool: ben 12 giocatori, sotto la divisa della nazionale, avranno la maglia rossa dei Reds. Ci sono quindi il Tottenham con 11 convocati e il Manchester United con 10. Unica formazione a spezzare il monopolio britannico è la Juventus: la Vecchia Signora, con 12 convocati, si divide il primato di formazione di club più rappresentata insieme ai “rossi” di Anfield.
 
C’è però un altro elemento che sposta l’attenzione oltre Manica. La nazionale guidata da Roy Hodgson è infatti quella con l’età media più bassa: i giocatori inglesi hanno infatti in media poco più di 25 anni. Prima però di pensare che l’Inghilterra possa trovarsi nella posizione di poter aprire un ciclo vincente, occorre tenere conto di quello che diranno i campioni del mondo in carica. La seconda nazionale più giovane è infatti quella tedesca, con un’età media di 25,4 anni. I giocatori allenati da Joachim Löw hanno però un vantaggio. E non si tratta semplicemente del titolo iridato cucito sul petto: Neuer, Muller e soci hanno infatti una media di 40,8 presenze, il terzo dato più alto, contro le appena 22,5 degli inglesi, il terzo più basso. Se insomma per vincere serve un mix di freschezza ed esperienza, la Germania parte favorita.
 
All’estremo opposto ecco l’Eire, formazione di veterani con un’età media di 29,4 anni e un numero di presenze di poco sotto le 42. Veterani anche gli spagnoli, con 41,83 apparizioni con la maglia della Roja, ma con qualche primavera in meno: 27,6 le candeline spente dai giocatori convocati da Vicente del Bosque. E l’Italia? Sta nel mezzo, che sia quello “giusto” del filosofo lo diranno i risultati: un’età media di 28,4 anni e un’esperienza che parla di oltre 31 presenze per gli azzurri di Antonio Conte.
 
Fin qui le squadre. Nelle partite a eliminazione diretta, però, la differenza la fanno i singoli. E in questo caso l’esperienza accumulata, ma soprattutto i gol segnati con la maglia della nazionale, suggeriscono di tenere d’occhio nomi come quello di Zlatan Ibrahimovic, Wayne Rooney e Cristiano Ronaldo. Ma non bisogna dimenticare Robbie Keane, che con 142 presenze e 67 reti in nazionale è di gran lunga il più “esperto” di questo campionato europeo. E Lucas Podolski: i tifosi nerazzurri non lo ricordano certo con rimpianto, ma con la nazionale tedesca ha realizzato 48 reti in 127 partite. Ovvero una ogni tre match: chissà se si confermerà anche in terra di Francia, portando un pizzico di Germania e di Turchia, dove attualmente gioca con il Galatasaray, in un europeo che, almeno sulla carta, parla l’inglese della Premier League.