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economia

L’economia digitale italiana rallenta. Vale il 3,7% del Pil e rappresenta il 2,5 dell’occupazione

Invece di andare avanti e crescere l’economia digitale italiana fa passi indietro. Nel 2013, rivela un rapporto Ocse, l’economia digitale ha rappresentato il 2,54% dell’occupazione totale in Italia, e il 3,72% del Pil. Il primo dato, riporta l’Ansa, è sostanzialmente in linea con la media Ocse (2,85%), e stabile rispetto agli anni prima della crisi (2,47% dell’occupazione totale nel 2007) e ai primi anni Duemila (2,52% nel 2000). Il secondo dato, invece, è nettamente inferiore alla media Ocse (5,5%) e ha registrato un progressivo calo sugli ultimi quindici anni (4,2% del valore aggiunto totale nel 2000, 4,13% nel 2007).

Italia terza per uso cloud nelle aziende
L’Italia è terza tra i Paesi Ocse per percentuale di aziende che utilizzano tecnologie ‘cloud’, con il 40,1%. Lo riferisce un rapporto dell’organizzazione parigina, su dati di gennaio 2015. In testa alla classifica c’è la Finlandia, con il 50,8%, seguita dall’Islanda, con il 43,1%. Sono invece in fondo alla graduatoria le altre due grandi economie della zona euro, la Francia con l’11,9% e la Germania con l’11,3%

Il nodo della banda larga. Se guardiamo ai dati di giugno-settembre, in Italia, le persone con una connessione Internet a banda larga via rete fissa sono 22,5 su 100, in gran parte con connessioni Dsl (21,5 su 100).  Resta invece ancora molto limitato il numero di di connessioni alla fibra ottica (0,7 su 100, ovvero circa il 3% delle connessioni ‘wired’ alla banda larga), nonostante una crescita di oltre il 36% tra il 2012 e il 2016. La velocità di scaricamento media pubblicizzata di queste connessioni è di 20 Mbit/secondo, quella effettiva, secondo le stime di alcuni laboratori specializzati, oscilla tra i 5,2 e i 75 Mbt/secondo. Sono invece 66,8 su 100 le persone che hanno una connessione a Internet wireless, con una netta predominanza delle connessioni standard (55,2 su 100) e una quantità inferiore di connessioni dati dedicate (10,8).

Qui trovate il rapporto Ocse