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economia

Comuni, le tasse incidono per il 58% delle entrate. Cala l’autonomia impositiva

Quanti soldi entrano nelle casse dei Comuni? Secondo le rilevazioni di Istat  nell’esercizio finanziario 2013 le entrate dei comuni sono state pari a 83,9 miliardi di euro, in crescita dell’8,5%. L’incidenza delle entrate tributarie sul totale delle entrate correnti è pari al 58,1%, ai livelli del 2011 ma in diminuzione rispetto all’esercizio precedente (61,3%).

E’ in calo l’autonomia impositiva dei Comuni, dato dal confronto tra entrate tributarie e entrate correnti, segnalando un calo del 3,2% rispetto al 2012, a fronte di una media nazionale del 58,1%.  L’indicatore risulta più elevato nei comuni di Campania (70,6%) e Puglia (70,4%), mentre il valore minimo è raggiunto in quelli del Trentino-Alto Adige/Südtirol (22,2%); in tutte le regioni a statuto speciale, nelle province autonome e in Abruzzo, Lombardia e Lazio i valori sono inferiori al dato medio nazionale.

Nel complesso, informa l’istituto di statistica, vicine al raddoppio le entrate per l’accensione di prestiti, aumentate addirittura del 70,3%, prevalentemente a causa dell’entrata in vigore del decreto 35/2013 sui pagamenti alla P.a, che hanno spinto i sindaci a ricorrere ad anticipazioni dalla Cassa Depositi e Prestiti. Sempre nel 2013 le entrate riscosse hanno superato i 77,7 miliardi di euro, in aumento del 3,7% rispetto al 2012. In forte crescita, inoltre, i trasferimenti correnti (+30,7%), operati dallo Stato centrale per compensare il minor gettito Imu e per integrare il fondo di solidarietà comunale.

Le entrate correnti crescono più di quelle in conto capitale. Le entrate complessive accertate dai Comuni nel corso dell’esercizio 2013 sono stimate in 83.935 milioni di euro3, di cui il 75,2% è rappresentato da entrate correnti, il 13,7% da entrate in conto capitale e il rimanente 11,1% da entrate derivanti da accensioni di prestiti.
Il peso delle entrate tributarie risulta ancora differenziato nelle realtà territoriali  Nel 2013, il 58,1% degli accertamenti correnti è costituito da entrate tributarie, il 21,1% da contributi e trasferimenti, il rimanente 20,8% da entrate extra-tributarie (Prospetto 2). Il valore medio nazionale è però la sintesi di situazioni territoriali molto differenziate.

L’autonomia delle autonomie. Il peso delle entrate tributarie sul totale delle entrate correnti presenta valori medi più bassi nei comuni delle regioni a statuto speciale e delle province autonome (in Trentino-Alto Adige/Südtirol si rileva il valore minimo, pari a 22,2%). I valori medi sono invece più elevati nei comuni delle regioni a statuto ordinario (il valore più alto si riscontra in Campania, 70,6%).

Dove i cittadini pagano di più. Nel 2013 il valore medio pro capite delle entrate correnti accertate a livello nazionale è pari a 1.038 euro per abitante, 26 euro in più rispetto al 2012  Registrano valori superiori alla media nazionale i comuni delle regioni a statuto speciale e delle province autonome (eccetto le amministrazioni siciliane), quelli di Liguria, Lazio, Toscana, Abruzzo e Emilia-Romagna. Il valore medio più elevato si rileva per i comuni della Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (2.136 euro pro capite), mentre i comuni della Puglia presentano il valore più basso (768 euro per abitante).