L’8,2% delle imprese italiane utilizzava nel 2024 almeno una delle sette tecnologie di Intelligenza Artificiale (IA). Questo indica un miglioramento rispetto al 5% registrato nel 2023, ma anche un risultato inferiore alla media europea del medesimo anno, che invece si aggirava intorno al 13,5%. Sono queste alcune delle rilevazioni presenti nell’ultimo report dell’Istituto Nazionale di Statistica, l’Istat, che identifica quali settori di attività sono maggiormente impattati dall’intelligenza artificiale, come anche le aree geografiche in cui si investe maggiormente per mettersi al passo con l’avanzare delle tecnologie.
Ottimi risultati nel Sud e nelle Isole, dove gli operatori del settore che interessa il marketing e le vendite, hanno dichiarato per il 45,5% di aver implementato nel 2024 applicativi o sistemi di intelligenza artificiale. Vengono seguite con un 38,4% dalle aziende del Nord-ovest, anche loro impegnate nel medesimo settore di attività. Percentuali alte anche per il Centro della penisola, dove il 35,3% delle società ha dichiarato di utilizzare l’IA per quanto compete l’organizzazione dei processi di amministrazione aziendale. Numeri decisamente più bassi si trovano invece nel comparto della logistica, e questo un po’ per tutte le aree geografiche, ma soprattutto nel Nord-ovest, dove solo il 5,4% delle aziende utilizza l’IA.
Spostando la lente d’ingrandimento e preoccupandoci della grandezza delle imprese, noteremo che a padroneggiare le nuove tecnologie di intelligenza artificiale sono principalmente le grandi aziende, soprattutto nel settore che tratta la sicurezza informatica. Infatti, guardando agli ultimi dati dell’Istituto di statistica, il 40,5% delle aziende attive nella sicurezza ICT, con più di 250 addetti, ha dichiarato di aver utilizzato l’IA. Tuttavia, risultati di poco inferiori vengono registrati dalle aziende sia da 10 a 49 (il 36,9%), sia da 50 a 99 dipendenti (il 34,5%), operanti nel settore del marketing e delle vendite, che anche in questo caso si conferma proattivo nell’evoluzione tecnologica
I dati dell’Istituto evidenziano anche una crescente consapevolezza sull’importanza della digitalizzazione e dell’IA per la competitività delle imprese italiane. Infatti, osservando le società per tipologia di investimenti digitali, già effettuati o programmati, emerge che la maggioranza delle imprese con almeno dieci addetti (precisamente il 52,6% di loro) dichiarava investimenti da uno a quattro ambiti digitali nel periodo 2021-2024, mentre circa il 38% intendeva farlo nel biennio 2025-2026, con priorità per la sicurezza informatica, il cloud computing e la formazione.
Proprio sulla formazione è opportuno soffermarsi. Guardando ai fondi destinati in formazione informatica e intelligenza artificiale, si registra una variazione in positivo nella quota di imprese che avevano programmato di investire nelle due aree rispetto al periodo precedente (rispettivamente di circa +18% per formazione informatica e +15% per intelligenza artificiale). Inoltre, tra le imprese che affermavano di utilizzare l’IA nel 2024, il 70,3% dichiarava di voler investire in questo ambito anche nel biennio 2025-2026, con un focus su sistemi di machine learning e automazione dei processi, contro il 15% di chi non le aveva ancora adottate.
Per approfondire.
Ai Mode, ecco come cambia la ricerca di Google con l’intelligenza artificiale
Google vs OpenAi: la ricerca approfondita di Deep Research è qualcosa di nuovo
Cosa succederà quando ChatGpt e i suoi amici avranno ucciso i click?
Come cambia la ricerca di informazioni sul web nell’era dell’intelligenza artificiale generativa?
Perplexity AI è una piccola rivoluzione nella ricerca delle informazioni
Che fine ha fatto SearchGpt, il motore di ricerca di OpenAi?
Google vs OpenAi: la ricerca approfondita di Deep Research è qualcosa di nuovo
Dalle notizie di attualità ai consigli per le vacanze. SearchGpt batte i motori di