Secondo uno studio pubblicato su Nature Ecology & Evolution, 517 specie di uccelli rischiano di sparire entro il 2125. La ricerca pubblicata su Nature Ecology & Evolution sottolinea che salvare le specie a rischio sarà una missione quasi impossibile e che il numero delle specie a rischio è il triplo di quelle che si sono estinte negli ultimi 500 anni. Sono state prese in considerazione le quasi 10mila specie di uccelli presenti nella Lista Rossa stilata dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, un catalogo globale sullo stato di conservazione delle specie vegetali e animali, e ne hanno aggiornato la situazione scoprendo in oltre 500 casi la situazione è praticamente disperata.
Il gruppo di ricercatori ha analizzato 9.873 specie di uccelli e valutato l’impatto di diverse strategie di conservazione. Il modello proietta cosa succederebbe da qui a un secolo in tre scenari: nessuna azione, riduzione delle minacce, e interventi mirati di recupero.
Il primo scenario quello senza interventi porta a una perdita stimata del 5,2 per cento delle specie pari a 517 estinzioni e a una riduzione della diversità funzionale del 3,2 per cento la diversità funzionale rappresenta la varietà dei ruoli ecologici svolti dalle specie come l’impollinazione la dispersione dei semi o la pulizia delle carcasse e quindi misura la resilienza degli ecosistemi
Nel secondo scenario si immagina di eliminare completamente le minacce dirette come la distruzione dell’habitat la caccia e la raccolta su tutto l’areale delle specie a rischio in questo caso le estinzioni si dimezzano e la perdita di diversità funzionale scende all’1,5 per cento ma restano comunque 254 specie a rischio segno che la sola riduzione delle minacce non basta se non è accompagnata da interventi più mirati gli autori dello studio mostrano infatti che agire solo su metà dell’areale riduce le estinzioni di appena il 26 per cento mentre proteggere solo una minima parte dell’habitat ha effetti marginali
Il terzo scenario esplora invece l’effetto dei programmi di recupero concentrati sulle specie più uniche dal punto di vista funzionale salvare le 100 specie che svolgono ruoli ecologici non rimpiazzabili consente di evitare il 68 per cento della perdita funzionale complessiva pur salvando in termini assoluti un numero molto più basso di specie pari a 37 estinzioni evitate la logica è quella dell’efficienza ecologica agire poco ma bene su chi conta di più per l’equilibrio complessivo
La scomparsa di singole specie, sottolineano gli autori, non è solo l’eliminazione di una singola forma di vita ma uno stravolgimento potenzialmente molto pericolo per l’intero ecosistema in cui sono inseriti e per le specie che ne hanno una sorta di dipendenza, ad esempio alcune piante. Secondo gli autori ad essere a rischio maggiore sarebbero gli uccelli di grandi dimensioni, più vulnerabili alla caccia e ai cambiamenti climatici, mentre gli uccelli con ali larghe soffrono maggiormente della perdita di habitat. Fermare la distruzione degli habitat salverebbe la maggior parte degli uccelli in generale, tuttavia, le azioni più importanti per salvaguardare gli ecosistemi sarebbero anche la riduzione della caccia o la cattura a fini commerciali degli uccelli con caratteristiche più insolite
Per approfondire.
Biodiversità, è in vigore la legge sul Ripristino della natura
Biodiversità, 42mila specie animali rischiano l’estinzione
I pinguini imperatore rischiano l’estinzione
Biodiversità, è in vigore la legge sul Ripristino della natura
Biodiversità, 42mila specie animali rischiano l’estinzione
Gli indicatori per misurare l’allarme globale sulla biodiversità
A rischio estinzione un milione di specie animali. Come scompare la biodiversità pixel dopo pixel
Biodiversità, mancati tutti gli obiettivi. ll Living Planet Index spiegato bene
Biodiversità, ancora cattive notizie: il 40% delle piante è a rischio estinzione
Squali e razze a rischio di estinzione
Il livello medio globale del mare si è alzato di 101 millimetri dal 1992. E non smette di aumentare