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Le prime immagini catturate dal Vera C. Rubin sono bellissime

Il Vera C. Rubin Observatory, posizionato a oltre 2.600 metri di altitudine sul Cerro Pachón in Cile, ha ufficialmente inaugurato la sua missione scientifica con il rilascio delle sue prime, spettacolari immagini. Questo telescopio di nuova generazione è destinato a rivoluzionare la nostra comprensione dell’universo, dando il via al programma osservativo Legacy Survey of Space and Time (LSST).

Le prime quattro immagini diffuse offrono un’anteprima delle nebulose Laguna e Trifida, situate rispettivamente a 4.000 e 5.000 anni luce dalla Terra nella costellazione del Sagittario, e dell’ammasso di galassie della Vergine, a circa 60 milioni di anni luce. In meno di dieci ore di osservazioni, il telescopio ha già catturato una moltitudine di galassie e stelle all’interno della Via Lattea, oltre a numerosi asteroidi nel nostro Sistema Solare. Queste immagini, presentate in Italia durante un Watch Party al Palazzo dei Normanni a Palermo, sono solo un assaggio delle scoperte che attendono la comunità scientifica.

 

L’immagine, scattata nel maggio 2025, mostra il bagliore dell’atmosfera all’orizzonte e, in basso a destra, la galassia della Piccola Nube di Magellano. La fascia centrale della nostra Galassia, la Via Lattea, sembra emergere direttamente dal Rubin Observatory NSF–DOE.
Credit: RubinObs/NOIRLab/SLAC/DOE/NSF/AURA/Paulo Assunção Lago

 

Cosa è il Vero Rubin Observaory igante Tecnologico per una Mappatura Senza Precedenti

Frutto di una vasta collaborazione scientifica internazionale, il Vera C. Rubin Observatory è stato progettato per realizzare la più estesa mappatura continua del cielo australe mai tentata. Per i prossimi dieci anni, la campagna osservativa LSST raccoglierà una quantità di dati senza precedenti, stimata in circa 20 terabyte a notte. Al centro di questa imponente macchina fotografica astronomica si trova un sensore da 3.200 megapixel capace di riprendere ogni notte enormi porzioni del cielo australe con sensibilità e risoluzione eccezionali. Ogni singola immagine copre un’area del cielo grande quanto 45 volte la luna piena, e per apprezzarne la risoluzione completa sarebbero necessari 400 monitor televisivi da 4K. Grazie a un design innovativo, il Rubin Observatory può puntare una nuova porzione di cielo in meno di cinque secondi, osservando l’intero cielo australe in sole 3-4 notti. Nel prossimo decennio, ogni regione del cielo sarà ripresa circa 800 volte, creando un vero e proprio “film” del cosmo ad altissima risoluzione.

 

 

Questa immagine combina 678 scatti distinti realizzati dall’Vera C. Rubin Observatory in poco più di sette ore di osservazione. Unendo così tante immagini, emergono in modo chiaro dettagli altrimenti deboli o invisibili, come le nubi di gas e polveri che costituiscono la Nebulosa Trifida (anche nota come M 20 o NGC 6514, in alto a destra) e la Nebulosa Laguna (anche nota come M 8 o NGC 6523), entrambe situate a diverse migliaia di anni luce dalla Terra. Crediti: NSF-DOE Vera C. Rubin Observatory

 

Il ruolo dell’INAF

L’Italia partecipa attivamente al progetto dal 2017 attraverso l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), che rappresenta il Paese nella comunità scientifica internazionale del Vera C. Rubin Observatory e coordina il contributo italiano all’analisi scientifica dei dati. L’INAF svolge un ruolo fondamentale nella gestione e analisi di questa mole di dati, garantendo alla comunità scientifica italiana l’accesso a questa straordinaria risorsa e promuovendo la formazione di giovani ricercatori.

 

 

Figura 2 Virgo a
Questa immagine mostra una piccola sezione della vista complessiva dell’ammasso della Vergine ottenuta dal Vera C. Rubin Observatory. Sono visibili due prominenti galassie a spirale (in basso a destra), tre galassie in fase di fusione (in alto a destra), diversi gruppi di galassie lontane, molte stelle appartenenti alla Via Lattea e altro ancora. Crediti: NSF-DOE Vera C. Rubin Observatory

 

E adesso?

La survey LSST, che inizierà nei prossimi mesi, permetterà di rilevare oggetti estremamente deboli, fondamentali per affrontare questioni chiave della cosmologia e dell’astrofisica moderna. Tra gli obiettivi principali vi sono la natura della materia e dell’energia oscura, la struttura a grande scala del cosmo, l’evoluzione delle galassie, l’archeologia galattica, la formazione stellare, i fenomeni transienti e la sorveglianza di oggetti potenzialmente pericolosi.

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