Quanto ci fidiamo, davvero, gli uni degli altri? Secondo una nuova rilevazione internazionale condotta su 25 paesi dal noto Pew Research Center americano, le risposte cambiano profondamente a seconda di dove viviamo, di quanto guadagniamo, dell’istruzione e dell’età.
In Italia, la percezione dominante non è ottimistica: sono di più italiani che tendono a pensare che “non ci si possa fidare della maggior parte delle persone” rispetto a quelli che sostengono il contrario. Secondo dati recenti, circa il 55% degli adulti italiani dichiara che la fiducia negli altri non è scontata, con differenze significative tra Nord e Sud del Paese, tra chi ha un livello di istruzione più alto e chi più basso, e tra giovani e anziani.
In Europa, il quadro è variegato. Paesi come Svezia, Paesi Bassi, Germania, Regno Unito e Spagna mostrano maggioranze solide di cittadini che dichiarano fidarsi della maggior parte delle persone, con la Svezia in testa con l’83% di adulti fiduciosi. Al contrario, in Grecia, Francia, Ungheria e Italia prevale la diffidenza: più della metà degli adulti in questi paesi dichiara che la maggior parte delle persone non è degna di fiducia. Le differenze non si spiegano solo con il reddito pro capite: in Francia, ad esempio, il 61% degli adulti con livello di istruzione superiore si fida degli altri, contro il 35% tra chi ha meno istruzione, mentre in Italia il divario è leggermente più contenuto ma sempre marcato.
Come il Pew Center misura la fiducia
Non esiste un metodo universalmente accettato e le diverse modalità di rilevazione possono restituire risultati differenti. In questo rapporto, l’attenzione è concentrata su una domanda storicamente consolidata: se “la maggior parte delle persone è degna di fiducia” oppure se “bisogna stare attenti nel rapportarsi con gli altri”. Questo approccio, utilizzato sia nei nostri sondaggi sia nel General Social Survey, ha il vantaggio di offrire continuità storica e comparabilità internazionale, ed è stato anche il fulcro del Religious Landscape Study, il più ampio sondaggio condotto negli Stati Uniti. Tuttavia, misure alternative, come chiedere se la maggior parte delle persone possa o non possa essere fidata, tendono a restituire livelli di fiducia più elevati: secondo un sondaggio di febbraio 2025, il 55% degli americani ha risposto che la maggior parte delle persone può essere fidata, rispetto a chi invece indica la cautela come approccio principale.
Più sei ricco, più ti fidi degli altri
Usando queste domande emerge che le differenze sociali si intrecciano con quelle economiche: nei paesi ad alto reddito europei, la fiducia è più alta rispetto ai paesi a reddito medio. In Italia, pur essendo un paese ad alto reddito, la fiducia si mantiene sotto la media europea, allineandosi più a paesi come Spagna e Francia, che condividono storie di crisi economica e instabilità politica recente. Questo confronto è interessante soprattutto con gli Stati Uniti, dove circa il 55% degli adulti dice di fidarsi della maggior parte delle persone: pur essendo la nazione con il più alto PIL pro capite tra quelle analizzate, gli USA registrano un livello di fiducia simile a quello di paesi europei meno ricchi.
Anche la religione e l’appartenenza etnica influenzano la fiducia, seppure in misura minore in Europa rispetto agli Stati Uniti. Nei paesi europei, i livelli di fiducia non variano significativamente tra gruppi religiosi diversi, mentre negli USA la comunità ebraica, ad esempio, mostra una fiducia più alta (70%) rispetto ai cristiani (56%) o ai non religiosi (55%). Differenze analoghe emergono anche tra etnie: negli Stati Uniti, bianchi americani dichiarano livelli di fiducia superiori rispetto a neri e ispanici; in Brasile, i cittadini bianchi mostrano più fiducia dei cittadini di origine mista o nera.
Meno studi, meno ti fidi degli altri
Nella maggior parte dei paesi intervistati, le persone con un livello di istruzione più elevato si fidano di più di quelle con un livello di istruzione inferiore. Questo è particolarmente vero nei paesi ad alto reddito.
Fra gli italiani, il 55% di chi ha un alto titolo di studio dice di fidarsi mediamente del prossimo, contro il 41% di chi non ha un titolo di studio elevato. In In Francia il gap è ancora maggiore: il 61% degli adulti con un livello di istruzione più elevato afferma di potersi fidare della maggior parte delle persone, rispetto al 35% di quelli con un livello di istruzione inferiore. Si parla di “titolo di studio elevato” e non specificatamente di diploma o laurea per standardizzare i risultati di paesi con sistemi scolastici molto diversi fra loro. Nel complesso è stata usata l’International Standard Classification of Education (ISCED).
La sinistra si fida di più della destra
Infine, la fiducia sociale si intreccia con la politica e l’ideologia. In Europa, cittadini di sinistra tendono a fidarsi più di quelli che si dichiarano di destra, mentre chi osserva con sospetto i partiti populisti di destra mostra livelli di fiducia più elevati rispetto ai sostenitori di quelle forze politiche. In Italia, circa la metà della popolazione di orientamento politico a sinistra dichiara di fidarsi della maggior parte delle persone, contro un terzo tra chi si colloca a destra.
Religione
Un tema delicatissimo riguarda il nesso fra l’appartenenza religiosa e la fiducia verso il prossimo.
Da una precedente ricerca condotta negli Stati Uniti e pubblicata nel 2025 sempre da Pew, emerge che circa la metà degli ebrei, degli indù e dei mormoni – dichiara di fidarsi mediamente degli altri. Anche atei e agnostici si distinguono come gruppi particolarmente fiduciosi verso il prossimo.
All’altro estremo dello spettro troviamo le persone appartenenti alle confessioni cristiane protestanti: solo il 30% di loro dchiara di fidarsi sostanzialmente del prossimo, con percentuali ancora più basse – il 19%, ossia un fedele su 5 – afferenti alle comunità afro-americane.
Va precisato che ebrei e indù sono i due gruppi religiosi statunitensi analizzati con la più alta percentuale di laureati, e come si è detto gli americani con livelli di istruzione più elevati tendono ad essere più fiduciosi. Allo stesso modo, i bassi livelli di fiducia tra i membri delle chiese protestanti storicamente nere sono correlati al fatto che gli afroamericani tendono a esprimere livelli di fiducia inferiori rispetto agli americani bianchi. Tuttavia, i diversi livelli di fiducia tra i gruppi religiosi persistono ampiamente anche dopo aver tenuto conto di istruzione, razza e altri fattori demografici, scrivono gli esperti.
Le persone che frequentano le funzioni religiose in percentuali maggiori tendono ad avere più fiducia rispetto a coloro che vi partecipano di meno. Ancora una volta, queste differenze persistono anche dopo aver tenuto conto dei fattori demografici.
Per approfondire.
Shanghai Cooperation Organisation; quanto vale il “resto del mondo” rispetto all’Occidente?
Se amate la demografia e la statistica giocate a Dataguessr #MathGamesAndWeirdThings