Dopo gli Stati Uniti, AI Mode – la nuova modalità di ricerca di Google basata su intelligenza artificiale – arriva anche in Italia e in oltre quaranta nuovi paesi, con il supporto di trentotto nuove lingue. È la trasformazione più radicale della Ricerca Google da quando è nata: non più un elenco di link ma un sistema che ragiona, riassume, collega concetti e genera risposte personalizzate. Tutto alimentato dai modelli Gemini 2.5, la più recente evoluzione dell’IA di Google. L’obiettivo? Passare dalla ricerca come accesso ai dati alla ricerca come forma di ragionamento.
Ecco, in cinque punti, cosa cambia con AI Mode.
1. Una ricerca che ragiona
AI Mode non si limita a mostrare risultati: li interpreta. Grazie a Gemini 2.5, è in grado di affrontare domande complesse, articolate e con più variabili. Utilizza una tecnica chiamata query fan-out: scompone la richiesta in sottotemi, effettua più ricerche simultanee e restituisce una sintesi logica con i link essenziali. Così l’utente non deve più comporre una catena di ricerche successive: la modalità AI costruisce per lui un percorso di risposta.
2. Multimodalità: chiedere con voce, testo o immagini
Una delle novità più potenti è la possibilità di porre domande in modo naturale, anche con la fotocamera. Si può scattare una foto, caricare un’immagine o usare la voce. L’intelligenza artificiale riconosce gli oggetti, interpreta la scena e genera suggerimenti coerenti. Un esempio? Fotografare la propria libreria e chiedere consigli di lettura simili ai libri presenti.
3. Domande più lunghe, risposte più ricche
Le persone che hanno già provato AI Mode scrivono domande due o tre volte più lunghe rispetto alla ricerca tradizionale. È un segnale chiaro: invece di cercare risposte brevi e isolate, gli utenti dialogano con il motore di ricerca. Google racconta che le domande esplorative – come “confronta i diversi metodi di preparazione del caffè in base al gusto e alla facilità d’uso” – sono sempre più frequenti.
4. AI Overview e qualità dei clic
AI Mode nasce come evoluzione di AI Overview, le panoramiche generate dall’IA già utilizzate da oltre due miliardi di persone al mese. Google assicura che i clic verso i siti web non scompariranno: anzi, i clic che partono dalle risposte AI sarebbero “di qualità superiore”, con utenti che trascorrono più tempo sulle pagine visitate. L’obiettivo dichiarato è mantenere al centro la scoperta dei contenuti del web, anche in un contesto sempre più generativo.
5. L’era della Generative Search
Con AI Mode, la Ricerca entra nell’era conversazionale. Si passa dai link alla sintesi, dai risultati al ragionamento. Cambiano le abitudini degli utenti e cambieranno anche quelle di chi produce contenuti: l’ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO) lascia spazio alla Generative Engine Optimization, cioè alla scrittura di testi pensati per essere letti e selezionati dall’IA.
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