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politica

L’intelligenza artificiale entra nelle scuole italiane: in cinque punti ecco le linee guida del Ministero

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato le prime linee guida nazionali per l’introduzione dell’intelligenza artificiale nelle scuole italiane. Le linee guida, rilasciate in un momento di rapida evoluzione tecnologica e rivolte a dirigenti, docenti, studenti e famiglie, si propongono come un documento strutturato per integrare efficacemente l’IA nella didattica e nell’organizzazione scolastica. L’obiettivo è quello di fornire a tutti gli attori del comparto scolastico indicazioni chiare per governare con consapevolezza e responsabilità l’imponente processo innovativo in atto, ponendo sempre al centro i diritti fondamentali delle persone e degli studenti. Si tratta di yn manuale d’uso per dirigenti, docenti, personale e studenti, incardinato su AI Act UE, Convenzione del Consiglio d’Europa e strategia nazionale 2024-2026. Tradotto: sì all’innovazione, ma con bussola etica, protezione dati, trasparenza e monitoraggio centrale. In cinque punti ecco quello che prevede.

L’uomo al centro come nell’Ai Act
Il Ministero costruisce un quadro unico per un’adozione “antropocentrica” dell’IA nella scuola: qualità, equità, accessibilità e inclusione sono le parole d’ordine; il testo si ancora a AI Act, alla Convenzione del Consiglio d’Europa e alla strategia italiana 2024-2026. L’IA è vista come leva per didattica, organizzazione e amministrazione—ma solo se governata e trasparente.

Cosa è vietato e chi risponde di cosa
Vietati in classe social scoring, categorizzazione biometrica sensibile e sistemi di riconoscimento delle emozioni (salvo casi medici o di sicurezza). Le scuole sono “deployer” secondo l’AI Act: usano i sistemi sotto la propria autorità e hanno obblighi che cambiano col livello di rischio. Se lo strumento è ad alto rischio (es. ammissioni, valutazioni, proctoring, assegnazioni) serve sorveglianza umana, formazione del personale e FRIA (valutazione d’impatto sui diritti fondamentali); i fornitori, dal canto loro, devono garantire governance dei dati, sistema qualità e conformità.

Come si introduce l’IA: il metodo (dalla definizione al rollout)

Docenti e personale devono essere formati non solo sull’uso tecnico dell’IA, ma anche su etica, rischi, limiti. L’“AI literacy” è vista come obbligatoria, in linea con l’AI Act europeo. Il documento propone un percorso operativo comune:

  • Definizione: mappare bisogni e maturità digitale; scegliere ambiti (dirigenti, amministrazione, docenza, studenti) e casi d’uso con analisi di benefici, rischi, impatti e fattibilità.

  • Progettazione & preparazione: dettagliare processi, dati, ruoli, misure di sicurezza e privacy, piani di formazione e comunicazione.

  • Adozione graduale: integrare il sistema sul caso d’uso pilota, con formazione e un piano di comunicazione strutturato.

  • Monitoraggio & miglioramento: valutare esiti, aggiornare e scalare.
    Il testo invita al coinvolgimento sistematico di tutte le componenti e a consultazioni anche territoriali.

Rischi, DPIA/FRIA e mitigazioni (HUDERIA docet)

È prevista una valutazione di impatto preventiva sui diritti fondamentali (es: privacy, non discriminazione) per ogni sistema IA introdotto. I rischi da non sottovalutare sono la discriminazione algoritmica, uso improprio dei dati, perdita dell’interazione umana, e differenti livelli di competenza tra scuole/regione (divario digitale) possono amplificare le disuguaglianze se non gestiti. Secondo il documento i uischi tecnici, etici e di protezione dati vanno gestiti con una gerarchia di mitigazione ispirata a HUDERIA: prevenire, ridurre, ripristinare, compensare. Azioni concrete: privacy by design/by default, limiti di accesso/uso dati, manutenzione periodica, backup, test di compatibilità, formazione del personale. Per trattamenti personali innovativi e su larga scala: DPIA; se il sistema è ad alto rischio, integrare la DPIA con la FRIA ai sensi dell’AI Act.

Governance e piattaforma Unica: dal singolo progetto al sistema-Paese
Il MIM orchestralizza: Uffici Scolastici Regionali come snodi territoriali; tavoli di lavoro con esperti e scuole; e soprattutto un servizio digitale su piattaforma Unica per fruire le linee guida in modo interattivo, verificare adempimenti privacy, inserire e mappare i progetti, riusare esperienze altrui e alimentare una dashboard nazionale per monitoraggio e audit a campione. Aggiornamenti periodici del materiale operativo in base ai riscontri dal campo.

Qualche considerazione: più teoria che pratiche: alcuni osservatori criticano che molte parti del documento insistono su privacy, obblighi normativi, sicurezza, ma meno su esempi concreti di applicazione in aula (solo un capitolo dedicato esplicitamente a questioni educative).

Per approfondire. 

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