L’Institute of Economic Affairs, che questo indicatore lo calcola, lo ha battezzato Nanny State Index. In italiano si potrebbe tradurre come l’indicatore dello Stato chioccia. O dello Stato etico, a volerla pensare alle estreme conseguenze. Per capire di cosa si tratti, è bene guardare cosa misura, ovvero l’intrusività dei governi rispetto ad alcuni comportamenti, va detto non esattamente salutari: il fumo, l’uso di nicotina a rischio ridotto, il consumo di alcolici e di cibi e bevande zuccherate.
L’uso di alcol e i comportamenti alimentari pesano per il 33,3% ciascuno, fumo e nicotina alternativa per il 16,7%. Il risultato è un valore da 1 a 100 che mostra quanto chioccia è ciascuno dei paesi, in questo caso solo europei, presi in considerazione. Ovviamente, quanto più alto è il punteggio, tanto più alto un governo viene giudicato come invasivo rispetto ai comportamenti considerati.
La nazione più chioccia risulta essere la Turchia, con un punteggio di 47,2, seguita da Lituania (42,8) e Finlandia (37,8). Risalendo dal fondo della classifica si incontrano invece Germania (11,7), Lussemburgo (12,4) e Italia (13,5). Al lettore il compito di decidere se questo sia un bene o un male.
Per farlo, può essere utile capire come viene elaborato questo indicatore. Per quanto riguarda gli alcolici si prendono in considerazione le tasse applicate, eventuali restrizioni alla pubblicità dei prodotti, l’eventuale divieto di esposizione nei negozi e la presenza di un prezzo minimo legale. Vengono inoltre considerati, ma con un peso minore, la presenza di un monopolio, la limitazione agli orari di vendita, la presenza di limiti di età per l’acquisto e di tassi alcolemici molto bassi alla guida. Così bassi, spiegano dall’Institute of Economic Affairs, da risultare più una misura di temperanza che di sicurezza stradale.
Tassazione e restrizioni alla pubblicità fanno parte anche del calcolo che definisce l’indicatore relativo al cibo e alle bevande zuccherate, oltre al divieto di vendita nei distributori automatici e alla presenza di limitazionii nella vendita, ad esempio ai minori. Per quanto riguarda le sigarette, oltre alle tasse e ai limiti pubblicitari, vengono considerati l’imposizione di restrizioni rispetto al packaging, il divieto di esposizione nei punti vendita e di vendere le sigarette nei distributori automatici. Oltre, ovviamente, al divieto di fumo nei luoghi pubblici.
Elemento, questo, che insieme alle tasse e alle restrizioni sulla pubblicità riguarda anche la cosiddetta nicotina a rischio ridotto. Ovvero quei prodotti come sigarette elettroniche, nicotina orale e tabacco riscaldato. In questo caso il Nanny State Index prende in considerazione anche il divieto di utilizzare aromi per il fumo e di vendere prodotti usa e getta. Utilizzando il filtro posto sotto al grafico (in alto a sinistra per chi leggesse da desk) il lettore può selezionare uno dei quattro elementi che compongono l’indicatore totale e visualizzare i relativi punteggi.0