I chatbot basati sull’intelligenza artificiale generativa stanno emergendo come un nuovo modo di accedere alle notizie soprattutto tra gli under 35, “sollevando preoccupazioni dell’editoria su una potenziale perdita di traffico dai siti e dalle app di informazioni”. E’ quanto emerga dal Digital News Report 2025 del Reuters Institute. Qui come sempre scegliamo tre numeri per sintetizzare i punti saliente del report.
7%
La percentuale di chi legge le notizie attraverso chatbot ogni settimana. È una cifra ancora piccola ma destinata a crescere: secondo il Digital News Report 2025 del Reuters Institute solo il 7% degli utenti globali accede settimanalmente alle notizie tramite chatbot basati sull’intelligenza artificiale. Il dato sale però al 12% tra gli under 35, segnalando una nuova frontiera nell’intermediazione dell’informazione.
Non si tratta solo di “parlare con un bot”: sempre più utenti chiedono a sistemi come ChatGPT, Gemini o Meta AI di riassumere articoli, spiegare il contesto o consigliare fonti. L’effetto? Meno traffico diretto verso i siti di news, con implicazioni pesanti per i modelli di business degli editori.
40%
La percentuale di persone che evita le notizie A livello globale, quattro persone su dieci dichiarano di evitare intenzionalmente l’informazione perché ha “effetti negativi sull’umore” o perché si sentono sovraccaricati da guerre, disastri e politica. Era il 29% nel 2017.
Questa news avoidance ha conseguenze su scala editoriale: per molti utenti l’algoritmo di un chatbot può sembrare più “gentile” rispetto all’homepage di un quotidiano. Qui l’IA non è solo un canale, ma un filtro emotivo: può semplificare, omettere, riformulare. Ed è questo che, secondo il report, rischia di erodere il ruolo del giornalismo come spazio di confronto collettivo.
17%
Di chi si fidano gli italiani? In controtendenza, in Italia l’affidabilità dei media tradizionali resta elevata: l’Ansa guida la classifica nazionale con il 74% della fiducia, seguita da SkyTg24 e Il Sole 24 Ore (entrambi al 67%), e da Tg La7 (61%). Il dato è interessante se confrontato con la crescita dell’ecosistema social: TikTok, secondo lo stesso rapporto, è il social di notizie in più rapida crescita al mondo, con una penetrazione del 17% (+4 punti in un anno).
In questo scenario, i brand editoriali storici restano un riferimento, ma devono competere con influencer, YouTuber e creator capaci di parlare ai più giovani con linguaggi più diretti e formati mobile-first.
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