Pare che alla fin fine le disuguaglianze non facciano bene neanche ai più ricchi. Mentre Donald Trump rilancia politiche autarchiche che rivendicano la superiorità del modello americano, uno studio internazionale evidenzia come, in tema di salute e disuguaglianze sociali, gli Stati Uniti abbiano molto da imparare dall’Europa. Se è vero che gli americani più benestanti vivono più a lungo dei connazionali più poveri, il divario tra ricchezza e mortalità negli Stati Uniti è molto più marcato rispetto all’Europa. Gli americani, a tutti i livelli di ricchezza, hanno una probabilità maggiore di morire prima rispetto ai loro omologhi europei. Anche i cittadini statunitensi più ricchi vivono meno a lungo rispetto agli europei. È quanto emerge da uno studio molto ampio pubblicato nientemeno che sul New England Journal of Medicine.
A condurre la ricerca è stato un team di esperti in politiche sanitarie, specializzati nello studio dei sistemi sanitari e nel confronto delle loro prestazioni a livello internazionale.
L’analisi si è basata su un’indagine che ha coinvolto 73.838 adulti tra i 50 e gli 85 anni, residenti negli Stati Uniti e in 16 paesi europei, fra Europa settentrionale e occidentale, Europa meridionale ed Europa orientale. I dati sono raccolti nel corso di 12 anni.
È emerso che le persone appartenenti al 25% più ricco della popolazione, sia negli Stati Uniti che in Europa, avevano il 40% in meno di probabilità di morire durante il periodo di studio rispetto al 25% più povero. Tuttavia, tra i più ricchi, i tassi di mortalità in Europa settentrionale e occidentale erano inferiori di circa il 35% rispetto a quelli dello stesso gruppo negli Stati Uniti. In Europa meridionale, questa differenza variava dal 24% al 33%, mentre in Europa orientale si attestava tra l’1% e il 7%. I soggetti più poveri degli Stati Uniti risultavano quelli con le peggiori prospettive di sopravvivenza, anche rispetto al 25% più povero di ogni regione europea.
Non basta una spesa sanitaria elevata…
La spesa sanitaria degli Stati Uniti è di gran lunga la più alta tra i paesi analizzati: nel 2023 ha raggiunto i 13.432 dollari pro capite, quasi il doppio rispetto alla media dei paesi comparabili e oltre 3.500 dollari in più rispetto alla Svizzera, il secondo paese per spesa. Eppure, questo impegno economico non si traduce in migliori risultati di salute. Già nel 1980, Stati Uniti e altri paesi OCSE avevano livelli simili di spesa e speranza di vita; da allora, però, mentre i costi sanitari americani sono esplosi, la longevità ha registrato una crescita più lenta.
…se le disuguaglianze aumentano
La disuguaglianza economica è in aumento da decenni, soprattutto negli Stati Uniti, dove il divario tra ricchi e poveri è cresciuto più rapidamente che in Europa. Allo stesso tempo, nonostante una spesa sanitaria significativamente superiore rispetto agli altri paesi ricchi, gli Stati Uniti continuano a registrare esiti sanitari peggiori: tassi di mortalità infantile più elevati, più morti evitabili e una minore aspettativa di vita. Tutti i dati li pubblica annualmente l’CDC.
In altre parole, negli USA la ricchezza personale “compra” più anni di vita rispetto all’Europa. Tuttavia, i risultati suggeriscono anche che la ricchezza da sola non basta a compensare altri fattori che influenzano la durata della vita, come i comportamenti a rischio (es. fumo o alcol), il livello di istruzione o il supporto sociale.
I paesi europei sono riusciti a ridurre le disuguaglianze nella salute senza aumentare in modo significativo la spesa sanitaria, scrivono gli autori su NEJM. Distribuendo in modo più equo le risorse che promuovono la salute, questi paesi sembrano aver creato contesti in cui la longevità dipende meno dalla ricchezza individuale. E noi europei sappiamo bene che potremmo fare molto meglio di così.
Gli americani stanno peggio anche dei Britannici
Un rapporto della Bloomberg American Health Initiative edito dalla John Hopkins School of Medicine alla fine del 2024 confronta l’aspettativa di vita nel 2023 negli Stati Uniti e in Inghilterra e Galles: 78 anni contro 81. Questa disparità è principalmente legata a cause di morte prevenibili, come le malattie cardiovascolari, le overdose, la violenza armata e gli incidenti stradali. Nel corso degli anni, la differenza di aspettativa di vita tra Stati Uniti e Regno Unito è aumentata, arrivando al picco di 4,7 anni nel 2022, durante la pandemia. Le politiche sanitarie e sociali divergenti tra i due paesi, in particolare per quanto riguarda la gestione della dieta, la regolamentazione delle armi, il trattamento delle dipendenze, la prevenzione degli infortuni e l’assistenza sanitaria, sono alla base di questa crescita del divario. Gli uomini negli Stati Uniti sono i più penalizzati, con una differenza di 3,4 anni rispetto ai loro coetanei britannici, mentre le donne hanno un divario di 1,9 anni.
L’aspettativa di vita più bassa fra i paesi ricchi
Tra il 2019 e il 2022, rileva un’analisi del Peterson Center on Healthcare, gli Stati Uniti hanno registrato un calo più marcato e un recupero più lento della speranza di vita rispetto ad altri paesi avanzati, a causa dell’aumento della mortalità e dei decessi prematuri legati alla pandemia di COVID-19. Negli Stati Uniti, come altrove, le donne vivono in media più a lungo degli uomini, ma il paese si colloca all’ultimo posto per speranza di vita sia femminile che maschile tra le economie avanzate. Se è vero che la speranza di vita alla nascita negli Stati Uniti è risalita a 78,4 anni (+0,9 rispetto al 2022), tornando ai livelli pre-pandemici, resta significativamente inferiore rispetto a quella dei paesi OCSE comparabili (tra cui Australia, Canada, Germania, Giappone e Regno Unito), dove la media è di 82,5 anni. Significa un divario di 4 anni.
Inoltre, il divario tra uomini e donne è più marcato negli Stati Uniti: tra il 2019 e il 2021 è aumentato da 5,1 a 5,8 anni, rispetto a un incremento da 4,3 a 4,6 anni nei paesi comparabili. Nel 2023, nonostante il parziale recupero, il divario negli USA resta a 5,3 anni, mentre nei paesi OCSE è sceso a 4,3.
Il gap tra Stati Uniti e paesi comparabili si amplia anche con l’età. Nel 2023, la speranza di vita media nei paesi OCSE superava quella americana del 4,3% alla nascita, ma del 7,2% a 65 anni per le donne; per gli uomini, il divario passava dal 5,9% alla nascita al 6% a 65 anni. Ciò suggerisce che, anche nella fascia d’età in cui l’interazione con il sistema sanitario è più intensa, il modello americano continua a produrre risultati inferiori.
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