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economia

Le stime sull’impatto sanitario ed economico dell’inquinamento dell’aria nelle città italiane

I valori registrati durante la serrata della pandemia non ci sono più, in ogni caso nelle città, salvo qualche eccezione dove il dato è comunque molto moderato,  l’inquinamento non cresce. È quanto emerge dal rapporto “MobilitAria 2024” predisposto dai ricercatori di Kyoto Club e Cnr su 14 città metropolitane: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia. In nessuna di queste si è registrata una crescita del Biossido di Azoto (NO2). Lo stesso rapporto evidenzia un decremento delle concentrazioni del particolato Pm10.

Si passa da un -4% a Roma, al -12% di Torino, continuando con il -20% di Milano. Poi c’è il -5% di Genova, il -4% di Bari,  Cagliari e Napoli e il -16% di Bologna. C’è una modesta risalita, invece, per i valori a Palermo e Firenze con un +4% e Messina con un +10%. Decresce anche il PM2,5 che a Torino registra un -23% e Milano un -17%.

C’è una novità che caratterizza il report: per la prima volta viene proposta una stima dell’impatto sanitario ed economico dell’inquinamento dell’aria relativo alle 14 città esaminate. L’impatto sanitario ha un’importante ricaduta economica. Nonostante le variazioni tra le diverse città metropolitane italiane, le stime indicano che le decisioni politiche mirate a ridurre il rischio di mortalità derivante dall’elevata esposizione all’inquinamento atmosferico potrebbero portare a benefici significativi in termini economici per l’intera popolazione italiana. «Se si valuta infatti l’impatto sulla salute dell’inquinamento atmosferico sono ancora molte le morti premature e gli anni di vita persi (YLL) associati all’inquinamento atmosferico in Italia – sottolineano i ricercatori -. L’impatto economico del Valore di una Vita Statistica (VSL), che quantifica quanto si risparmia riducendo il rischio di morte prematura a causa degli inquinanti del traffico, varia notevolmente tra le 14 città esaminate nel rapporto, con stime che vanno da 17 milioni fino alla cifra di 7 miliardi di euro».

A leggere il rapporto emerge che sono fino a 2.755 le morti premature associabili all’inquinamento a Roma, 2.059 a Milano. I tassi di morti premature evitabili sono più alti a Roma e Milano, mentre i più bassi a Cagliari, dove ‘solo’ 5 morti sono attribuibili all’esposizione a lungo termine al Pm10, mentre 21,88 al Pm2,5 e 18,66 al No2. Altro aspetto riguarda l’analisi delle emissioni inquinanti in relazione ai traffici marittimi, che riguarda 10 su 14 città metropolitane. Dal 1990 al 2019 si registra  una tendenza decrescente nelle emissioni portuali di ossidi di zolfo (SOx), come per quelle di particolato, mentre le emissioni portuali di NOx in alcuni centri crescono e in altri diminuiscono. Nel lungo termine, saranno necessarie ulteriori azioni per ridurre le emissioni e promuovere la decarbonizzazione attraverso l’uso di combustibili e fonti di alimentazione alternative, l’installazione di sistemi post-vendita o il passaggio al trasporto ferroviario.

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