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tecnologia

I migliori videogiochi del 2023, il Goty e il caso Baldur’s Gate 3

Dal 2014, The Game Awards ha introdotto il prestigioso premio “Game of the Year,” trasformando ciò che era già un evento di spicco nell’industria videoludica in una celebrazione annuale di giochi eccezionali.

Giunto alla sua decima edizione, questo traguardo, considerato il culmine dell’arte dei videogiochi, rappresenta il massimo riconoscimento per un titolo che ha brillato in termini di innovazione, design, narrativa e coinvolgimento del giocatore.

The Game Awards ha costantemente ampliato l’attenzione mediatica su questa categoria, attirando l’interesse di giocatori, sviluppatori e appassionati di tutto il mondo. Ogni anno, la cerimonia – condotta da Geoff Keighley, che lavorò anche al suo predecessore Spike Video Game Awards – diventa quindi un palcoscenico globale in cui si celebra il contributo straordinario di giochi che hanno segnato un punto di svolta nell’industria, portando avanti l’evoluzione dell’arte videoludica.

Il premio Game of the Year viene consegnato al termine di un processo di valutazione che parte dalla raccolta dei pareri di cento addetti ai lavori divisi fra testate giornalistiche e siti web che vanno a nominare i sei giochi finalisti prima che il vincitore venga poi decretato da una giuria avente il 90% del peso a cui si aggiunge il restante 10% lasciato al voto del pubblico.

Vista la recente proclamazione del vincitore di quest’anno, noi (nerd) di Info Data non potevamo sottrarci dal mettere il nostro zampino su qualche numero così, a partire dai punteggi collezionati dalle recensioni di Metacritic, abbiamo ripercorso questi dieci anni di eccellenza per rinfrescare la memoria di chi potrebbe essersi perso qualche perla.

Nei grafici che seguono i dieci vincitori sono stati rappresentati sia per anno che per genere andando ad attribuire un colore sulla base della tipologia di titolo, riportando il voto medio ottenuto dalle recensioni del portale di riferimento.

 

Partendo dal nuovo campione in carica, non si può dire che Baldur’s Gate 3 (sviluppato da Larian Studios) non si sia fatto attendere visto che il secondo capitolo della saga – ancora in visuale 2d isometrica – è datato 2000 e, prima di arrivare al terzo capitolo della saga, i fan (come il sottoscritto) hanno dovuto assistere a svariati tentativi miseramente affondati anche per via dell’impresa non banale che si prospettava sulla base del successo dei primi due episodi.

Ad ogni modo, BG3 racchiude in un videogioco egregiamente realizzato l’esperienza più vicina ad una partita di Dungeons & Dragons che potreste mai aspettarvi di giocare virtualmente, potendo contare inoltre su tutto il sistema di regole ufficiale (quinta edizione) e del “lore” targato Wizards of the Coast (in ambientazione Forgotten Realms), abbinati ad un comparto audio ed un doppiaggio a livelli strepitosi, senza dimenticare la profondità della trama che, stando agli sviluppatori, contempla fino a 17mila possibili finali in funzione di tutte le scelte che saranno messe di fronte al giocatore che interpreta – come al solito – il ruolo di avventuriero finito nel bel mezzo di un groviglio di intrighi e forze fuori dal comune.

Il suo sontuoso 96 conferitogli dalle recensioni di Metacritic lo colloca al secondo posto a parimerito con suo lontano cugino, nonché ex campione in carica, ossia Elden Ring.

Lontano cugino perché se il vincitore di quest’anno è un gioco di ruolo puro che affonda le proprie radici nei meccanismi canonici di D&D con tanto di combattimento a turni, il titolo di From software, pur essendo sempre classificabile come gioco di ruolo (specie per il “classico” sistema di avanzamento in cui si può personalizzare qualunque dettaglio del proprio alter ego) non può fare a meno della connotazione action in virtù dal filone soulslike a cui appartiene e col quale – nel gergo videoludico – si fa riferimento alle saghe di Dark e Demon Souls, notoriamente caratterizzate dalla difficoltà del gameplay che ne è divenuta ormai il tratto distintivo, vero e proprio croce e delizia per gli appassionati.

L’unico gioco ad essere riuscito a far meglio degli ultimi due vincitori è The Legend of Zelda: Breath of the Wild che nel 2016 ha saputo issare la bandiera di Nintendo in cima ad un panorama che molto spesso ha un perimetro multi piattaforma (come nei due casi precedenti), raggiungendo il punteggio di 97 e continuando una saga che ormai è in corso da poco meno di quarant’anni visto che il primo capitolo della serie venne pubblicato nel lontano 1986 con la firma del leggendario Shigeru Miyamoto e di Takashi Tezuka.

Il titolo Nintendo è uno dei cinque action adventure a comparire tra i dieci vincitori assieme a God of War, The Last of US Part II, Sekiro: Shadows Die Twice e It Takes Two, mentre Elden Ring è accompagnato nel suo genere Action Role-playing da The Witcher 3: Wild Hunt e da Dragon Age: Inquisition, lasciando il già citato Baldur’s Gate 3 come unico rappresentante del Role-Playing e Overwatch a far da ambasciatore degli sparatutto in prima persona.

Lasciandovi scorrere tutti gli altri punteggi così che possiate avere un contesto numerico, prima di salutarci e ricollegare il controller a computer o console, ci sembra comunque giusto menzionare anche i titoli che quest’anno, pur non vincendo, sono stati nominati tra i finalisti così che oltre ai nomi già citati possiate avere altre cinque alternative in vista del periodo natalizio nel caso vi manchi ancora qualche regalo.

Se volete lanciarvi in atmosfere horror Alan Wake 2 e Resident Evil 4 sapranno tenervi compagnia a condizione che li giochiate di giorno e possibilmente in compagnia di qualcuno dal colorito non troppo pallido, mentre se siete amanti degli scenari più colorati e leggeri griffati Nintendo The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom e Super Mario Bros Wonder faranno al caso vostro, senza dimenticare che per tutti i fan dell’universo Marvel ci sarà anche modo di vestire i panni dell’uomo ragno grazie a Marvel’s Spider-Man 2.

Che l’attesa per il GOTY (Game OfThe Year) 2024 abbia ufficialmente inizio…

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