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cronaca

Economia circolare, nel 2022 aumenta il tasso di riciclo nei Paesi UE. Italia tra le prime in classifica

Nel 2022, l’11,5% delle risorse utilizzate nell’Unione Europea proviene da materiali di scarto che sono stati riciclati. Questo è quanto ci dicono gli ultimi dati Eurostat sul tasso di circolarità, ossia la quota di nuove risorse materiali provenienti da rifiuti fatti ritornare nel ciclo produttivo. Un dato che del resto segna una crescita (benché lieve) rispetto agli anni precedenti. E infatti, guardando al 2021, il tasso di circolarità è aumentato di 0,1 punti percentuali. In un ventaglio temporale più ampio, come può essere tra il 2010 e il 2022, il tasso è invece aumentato di 0,8 punti percentuali (passando dal 10,7% all’11,5%). Bisogna però dire che le quote più alte di incremento sono state osservate solo a partire dal 2018.
Ma in quali Paesi dell’UE si è osservato la maggiore propensione a riciclare? Ebbene, i dati del 2022 parlano di un tasso di circolarità nettamente più alto nei Paesi Bassi (che hanno registrato un 27,5%), seguiti dal Belgio (con il 22,2%) e dalla Francia (19,3%). Troviamo l’Italia poco al di sotto del podio, che si guadagna la medaglia di legno con un 18,7%. I tassi più bassi sono invece in Finlandia (0,6%), Romania (1,4%) e in Irlanda (1,8%). Ma bisogna precisare che l’Eurostat per il conteggio dell’indice (e delle relative differenze tra i Paesi dell’UE) non si basa soltanto sulla quantità di riciclo, ma anche su fattori strutturali delle economie nazionali

E ora una breve panoramica degli ultimi dieci anni, dove l’Italia ha dimostrato una propensione in aumento dell’economia circolare. Nel 2012, infatti, avevamo un tasso pari al 13,9% che ha raggiunto, come già detto, il 18,7% nel 2022. Il picco massimo, ad ogni modo, è stato registrato nel 2020, quando eravamo al 20,6% (da allora è diminuito, anche se di poco). Un buon risultato, considerando che la media europea si è sempre aggirata intorno all’11% (per tutta la decade).

La prospettiva di aumentare il riciclo dei prodotti acquisisce una maggiore importanza considerando che tali materiali potranno poi essere soggetti ad esportazione

Secondo un recente studio dell’Eurostat, l’UE nel 2022 ha esportato 6,4 milioni di tonnellate di prodotti riciclabili (carta, plastica e vetro) verso Paesi extra-UE, con un aumento dell’8,4% rispetto al 2021. D’altra parte, le importazioni sono state pari a 4,0 milioni di tonnellate, con un aumento del 4,2% rispetto al 2021. Guardando al 2010, le esportazioni totali di prodotti riciclabili verso i Paesi extra-UE sono diminuite di oltre un terzo (-35,2%, da 9,8 a 6,4 milioni di tonnellate). Le importazioni totali sono aumentate, invece, del 23,9% (passando da 3,2 a 4 milioni di tonnellate).

In termini di esportazioni, nel 2022 la carta è stata il prodotto riciclabile più esportato al di fuori dell’UE, rappresentando più di tre quarti delle esportazioni (77,1% e 4,9 milioni di tonnellate), seguita dalla plastica (17,5% e 1,1 milioni di tonnellate) e dal vetro (5,4% e 0,3 milioni di tonnellate). Nello stesso anno, sono stati importati 2,4 milioni di tonnellate di carta, che rappresentano oltre la metà (59,3%) di tutti i prodotti riciclabili importati da paesi extra-UE. La seconda categoria per importanza è la plastica (20,6% e 0,8 milioni di tonnellate), seguita dal vetro (20,1% e 0,8 milioni di tonnellate).

L’India è stata la principale destinazione delle esportazioni di carta riciclabile dall’UE nel 2022 (29% del totale delle esportazioni di carta extra-UE), seguita dall’Indonesia (19%) e dalla Turchia (12%). Le importazioni extra-UE di prodotti riciclabili provengono in gran parte dal Regno Unito, che rappresenta il 47% delle importazioni totali di carta, il 45% di quelle di plastica e il 47% di quelle di vetro.

Per approfondire.

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