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economia

Finita l’emergenza Covid, finito lo smartworking. Almeno nelle piccole imprese

Nel 2022 in Europa il 50% delle imprese ha svolto riunioni da remoto. Un dato, quello comunicato da Eurostat, che dice di come la digitalizzazione forzata non più tardi di tre anni fa dal lockdown imposto per contenere la pandemia di Covid-19 sia stata, appunto, forzata. Nel senso che metà delle aziende con più di 10 dipendenti attive nei paesi dell’Unione hanno rinunciato del tutto alle call in favore delle care vecchie riunioni in presenza.

Un dato che, come si vede dal grafico che apre questo pezzo, è molto più significativo per le imprese fino a 50 dipendenti: in questo caso la media europea scende al 44%, oscillando tra il 76% della Svezia ed il 23% dell’Ungheria. L’Italia resta al di sotto della media continentale, con appena il 39,1% delle piccole imprese che ha confermato la scelta degli incontri da remoto. Il filtro posto al di sotto del grafico (in alto a sinistra per chi leggesse da desk, ndr) consente di visualizzare la situazione anche per le medie e le grandi imprese.

Per le prime, la media europea delle aziende che hanno confermato l’abbonamento alle piattaforme per organizzare le call sale al 76%. Quella italiana, pari al 78,8% è addirittura superiore. Per le realtà con oltre 250 dipendenti, a livello continentale il 93% continua a svolgere meeting da remoto, a livello italiano si arriva al 93,4%. In poche parole, esiste una correlazione positiva tra le dimensioni di un’azienda e la sua propensione ad organizzare meeting da remoto. E per quanto riguarda il lavoro dei singoli? Quanto è stato possibile svolgerlo da remoto lo scorso anno?

Anche da questo punto di vista, la correlazione viene confermata. Nel senso che le grandi imprese più delle piccole hanno concesso lo scorso anno il lavoro da remoto ai propri dipendenti. Ovvero, con percentuali maggiori al crescere del numero dei dipendenti, hanno consentito a questi ultimi l’accesso agli applicativi, ai documenti e alla posta elettronica aziendale. Da segnalare, in negativo, che la media italiana (le colonne in blu, ndr) è sempre inferiore a quella europea.