Indica un intervallo di date:
  • Dal Al
politica

Come viene raccontata l’Italia dalla stampa internazionale? In due grafici

Ci sono un americano goloso, un inglese appassionato di sport e un francese, insieme ad un tedesco, molto preoccupati. No, non è una barzelletta, sono solo alcuni dei risultati all’interno dell’indagine condotta da Volocom, azienda italiana di news intelligence. Lo studio prende in esame oltre 400 mila fonti e analizza più di 50 mila articoli provenienti dalle testate straniere negli ultimi 12 mesi. In questo modo si analizza come viene raccontata l’Italia dalla stampa internazionale.

Guardiamo, dunque, in quale Paese viene maggiormente menzionata l’Italia. Quali sono le parole chiave che vengono più utilizzate? Entriamo nel vivo dell’indagine, aiutandoci con due grafici.

I Paesi preoccupati

Bisogna innanzitutto dire che lo studio dimostra una generale attenzione per le vicende politiche ed economiche della penisola. Più nello specifico, i giornali esteri discutono delle crisi di governo e del debito pubblico. Ma, in particolare, sono i francesi e i tedeschi ad esprimere maggiore preoccupazioni per le sorti del nostro Paese. Del resto, sono proprio loro a scrivere di più sul nostro conto (la Germania ha pubblicato nello scorso anno più di 14,4 mila articoli sulle sue principali testate giornalistiche, i nostri cugini d’oltralpe circa 13 mila).

 

 

In Francia, la parola più rilevata negli articoli è “réforme” (riforma). Viene citata spesso trattando la riforma Fornero, la riforma del MES e la tanto attesa riforma del mercato elettrico. La seconda parola più rilevante è “salariés” (dipendenti). Si parla, soprattutto, dei dipendenti dell’ex Ilva di Taranto e dell’azienda di consegna di generi alimentari a domicilio Gorillas, che l’anno scorso ha chiuso le sue sedi in Italia, licenziando 540 dipendenti. Vi sono anche molte pubblicazioni sulle “ménages” ovvero le famiglie italiane, e sui CEO italiani, come Berlusconi, Leonardo Del Vecchio e Giorgio Armani.

 

 

E la Germania? In questo caso, le parole più rilevanti sono “kollegen” (colleghi) e “jahrhundert” (secolo), dovute a testi riguardanti principalmente temi politici o di racconto storico: l’Italia viene spesso citata per il suo patrimonio artistico. Sono però le parole che seguono quelle che danno un’idea più precisa dei temi trattati nelle testate teutoniche. La sicurezza, o “sicherheit”, è uno degli argomenti del 2022, riferito non tanto alla penisola, ma alla sicurezza dei confini europei a causa della guerra in corso tra Russia e Ucraina. Inoltre, viene discusso il “wert” (valore), principalmente inteso come “valore economico” e quindi riferito all’inflazione che ha colpito il mondo nel 2022, causando un aumento dei prezzi e una conseguente diminuzione del potere d’acquisto. Si parla anche di “sanktionen”, ovvero le sanzioni che l’Italia e gli altri Paesi europei hanno deciso di mettere in atto contro la Russia.

 

 

I Paesi sportivi e quelli golosi

 

Benché la preoccupazione sul piano economico e politico sia un tema ricorrente, c’è anche spazio per faccende meno delicate. Ne sono un esempio gli inglesi, che hanno molto trattato l’esclusione dell’Italia dai mondiali di calcio. Troviamo infatti “semi”, “final” e “cup” (quindi semi finale e coppa) nei termini maggiormente adoperati negli articoli anglosassoni. E negli Stati Uniti? Ebbene, la prima parola rilevante è “flavor” (gusto), perché l’Italia viene spesso menzionata in ragione della tradizione gastronomica. Tuttavia, la cronaca d’oltreoceano sul nostro Paese non si ferma qui. Un altro termine prevalente è “Vladimir Putin”, protagonista della politica estera negli Stati Uniti, su cui gli articoli citano anche l’Italia. Anche la parola “conference” (conferenza) trova spazio tra i termini più rilevanti. Questo perché è stata spesso menzionata la conferenza di fine anno di Giorgia Meloni. Infine, tra le parole utilizzate troviamo anche “lawsuit” (causa legale), per via di una vicenda mediatica legata a un’azienda italiana che ha fatto scalpore in America. Due ragazzi americani, infatti, hanno citato il colosso italiano della pasta Barilla per pubblicità ingannevole, sostenendo che la frase “il brand di pasta numero uno in Italia” fosse fuorviante, in quanto induca a credere che il prodotto venisse effettivamente prodotto in Italia.

 

 

Bisogna un po’ ammetterlo: alla luce dei risultati dello studio sembra che le crisi di governo e il debito pubblico si aggiungano ai classici spaghetti, pizza e mandolino. Cliché che sarebbe stato sicuramente meglio evitare.