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finanza

E’ la casa a rappresentare la prima voce della ricchezza delle famiglie

Famiglie, società finanziarie e non, amministrazioni pubbliche. Sono i settori istituzionali, così come li definiscono Istat e la Banca d’Italia, che nei giorni scorsi hanno diffuso i dati relativi alla loro ricchezza. Dati difficilmente comparabili tra loro in numeri assoluti, visto che hanno diversi ordini di grandezza. Quella delle società è infatti nell’ordine delle centinaia di miliardi, quella delle famiglie si ferma poco sopra la decina. Quella della PA, infine, è negativa per migliaia di miliardi.

La scelta è stata allora quella di raccontarne la composizione percentuale, attività per attività. Il risultato è nel grafico che apre questo pezzo. Per quanto riguarda le famiglie è la casa a rappresentare la prima voce della loro ricchezza: si arriva infatti al 45%. Seguono le attività finanziarie (21%) e i biglietti e i depositi (14%). Ovvero, detto altrimenti, i contanti e il denaro depositato sui conti correnti.

Per quel che riguarda le società finanziarie, dato che ovviamente non stupisce, al primo posto ci sono i titoli, che rappresentano il 31% della loro ricchezza. La seconda voce, pari al 27%, riguarda invece i prestiti, mentre il 23% lo si deve ai depositi.

Sul fronte delle società non finanziarie, gli immobili tornano a rappresentare la prima voce della ricchezza. In questo caso sono non residenziali, rappresentano cioè gli impianti produttivi, e valgono il 21% della ricchezza di queste realtà. Seguono le attività non finanziarie, che valgono il 19%, e quelle non finanziarie, che arrivano al 15% del valore della ricchezza delle società non finanziarie.

Venendo infine alla pubblica amministrazione, più di un terzo della loro ricchezza (34%) rientra sotto la voce altre opere. Una locuzione che racchiude beni immobili diversi da quelli residenziali e non residenziali, ovvero strade, autostrade, dighe, porti, ferrovie, linee elettriche e simili. In una parola, le infrastrutture del paese. Nell’elenco stilato da Istat e Bankitalia seguono gli immobili non residenziali (18%) e le attività finanziarie (13%).