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tecnologia

Adsl, Fttc, Ftth: come si misura la connettività a internet? Ecco la mappa d’Italia

L’evoluzione di come viene fruita la connettività alla rete internet è un fenomeno che si sposta sempre più in direzione di un sentiero che pare non avere ritorno, verso una continua e crescente necessità di banda che va di pari passo con l’aumentare delle nuove quotidianità alle quali ci siamo ormai abituati.

Senza considerare l’impatto che lo smart working o la didattica a distanza possono avere avuto nelle singole realtà domestiche degli ultimi anni di chi magari non disponeva ancora di una rete fissa, se ci si concentra sul tipo di contenuti che vengono fruiti, e di conseguenza scaricati, con maggiore frequenza, potrebbe tornare utile un numero che ha recentemente rilasciato l’Agcom (Autorità per le garanzie delle comunicazioni).

Nello specifico, il boom dello streaming video (su tutti YouTube e Twitch, insieme al “resto” dei social media) così come la sempre più vasta offerta di contenuti on-demand (Netflix, Amazon Prime, Disney Plus solo per citare i più noti) si sono tradotti un totale di 44,2 milioni di ore mensili che gli italiani, durante l’anno passato, hanno trascorso sulle principali piattaforme in grado di offrire questi servizi.

Questo tipo di abitudine spinge chiaramente gli utenti a muoversi verso proposte commerciali che siano sempre più in grado di soddisfare una navigazione ed accessibilità alla massima velocità, dovendo però fare i conti con la qualità di rete garantita dall’infrastruttura nella propria zona abitativa.

E’ per questo motivo che noi di Info Data, dopo avere già dato uno sguardo lo scorso anno alla situazione dei singoli comuni italiani  abbiamo deciso di prendere in considerazione le mappe di copertura delle reti pubbliche e private messe a disposizione sempre da Agcom riferite al grigliato INSPIRE 1Km per i servizi di ADSL, FTTC, FTTC+ e FTTH.

Nei grafici che seguono, ogni cella della griglia è stata colorata sulla base di sei diversi range di velocità (espressa in Megabit al secondo) e che, volendo, agendo sulla mappa possono essere zoomati progressivamente.
In aggiunta, per avere una visione complementare stratificata rispetto al quadro riportato nella mappa principale, è disponibile anche la distribuzione puntuale delle sei categorie di velocità per le quali è stata realizzata una piccola mappa che ne indica le singole celle sparse sul territorio.

 

 

Prima di addentrarci sui grafici, proviamo a fare un breve approfondimento per chi magari può non essere già familiare con le sigle che abbiamo citato in precedenza per quanto riguarda la tipologia di servizio.

Seguendo un ordine crescente di velocità e qualità della connessione, si parte con l’ADSL che dovrebbe essere ormai un nome noto da almeno una ventina di anni e permette la trasmissione di dati sulle tradizionali linee telefoniche, come primo livello di entrata nella connettività fissa.

Con FTTC invece si intende la tecnologia Fiber To The Cabinet con cui il segnale viaggia attraverso la fibra ottica fino ad una cabina comune per poi proseguire verso le singole utenze domestiche tramite un filo di rame, mentre la sua evoluzione FTTC+ è semplicemente un potenziamento che supporta una velocità fino a 200 Megabit per secondo.

La formula più performante, infine, è la FTTH (Fiber To The Home) con cui è possibile far arrivare la fibra ottica direttamente anche all’interno delle abitazioni, garantendo quindi prestazioni migliori senza dover accettare il compromesso del passaggio al rame per l’ultimo tratto della linea.

Dando una prima occhiata “quantitativa” ai dati è evidente che più della metà delle oltre centotredici mila rilevazioni totali appartenga al range più lento in fatto di velocità come dimostrano più di cinquantanove mila valori entro i dieci Megabit al secondo.

Nella loro alta numerosità questi punti rossi si distribuiscono fondamentalmente su tutta la nostra penisola, fatta eccezioni per le poche zone per cui non ci sono contributi, così come accade per l’intervallo successivo (10-30 Mbit/s) colorato di arancio e che risulta secondo anche per quanto riguarda il numero di punti con circa un quinto del totale a disposizione.

I toni di giallo, divisi fra ocra (30-50) e limone (50-100), combinati insieme arrivano ad avere oltre ventunomila rilevazioni che, a differenza dei casi precedenti, non si presentano né sulla dorsale appenninica né sulla parte più montuosa del settentrione e latitano anche sulle due isole, in particolar modo nella Sardegna che, rispetto alla Sicilia, sembra decisamente più indietro sul fronte delle velocità della rete internet.

Le connessioni con performance superiore ai cento Megabit al secondo (100-250 e 250-1000), anche considerando i due valori in unico macro intervallo (rispettivamente 6321 e 2366), non arrivano a superare il sette per cento del totale e, come può essere appurato nelle relative mappe hanno una concentrazione molto più selettiva rispetto alle coperture più vaste analizzate in precedenza.

Se per quelle indicate in tono più chiaro di verde c’è una distribuzione che raggiunge anche aree tutto sommato ampie, come ad esempio l’intera pianura padana, il triveneto, tutta la Puglia e buona parte della Sicilia oltre alle zone limitrofe alle grandi città, per quanto riguarda le reti con le velocità maggiori – indicate in verde scuro – la situazione è molto più estrema.

Nonostante siano presenti bene o male in ogni regione, anche se con volumi comprensibilmente diversi, è lampante che la loro posizione è strettamente legata alla presenza delle grandi città e capoluoghi, a conferma che c’è ancora molta strada da fare per poter garantire a tutti la stessa accessibilità ai servizi più performanti a prescindere dalla zona di appartenenza.
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