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politica

Pnrr, l’impatto per territorio, classe d’età e genere

Sono quelli che non votano e quindi di loro si sa solo che non scelgono. O meglio, che scelgono di non scegliere. Domenica scorsa gli astenuti hanno raggiunto la soglia del 36%. Il che significa che più di un italiano su tre non è andato a votare. Ma perché queste persone hanno scelto di disertare le urne? Nell’epoca dei social network è possibile analizzare post e stories per provare a farsi un’idea delle ragioni di chi non vota.

Il tutto grazie ad un’analisi delle discussioni social dedicate al voto dello scorso 25 settembre realizzata da Pierluigi Vitale, social media analyst e docente di Information Design all’Università di Salerno, e Serena Pelosi, linguista computazionale e assegnista di ricerca Icar Cnr, in collaborazione con CreationDose, azienda specializzata in marketing e comunicazione con le nuove generazioni.

In particolare, lo studio si è concentrato su Facebook, Instagram e TikTok, andando alla ricerca di post che recavano l’hashtag #iononvoto o in cui erano contenute frasi in cui si esprimeva la volontà di non recarsi alle urne. In totale sono stati raccolti circa 5mila contenuti pubblicati nei trenta giorni precedenti al voto. Il grafico che apre questo pezzo mostra la distribuzione delle ragioni degli astenuti. I valori sono espressi in percentuale e il totale è superiore a 100 perché temi diversi possono trovarsi all’interno del medesimo post.

La motivazione principale per cui le persone hanno scelto di astenersi, espressa nel 41% dei contenuti analizzati, è la sfiducia nei confronti della classe politica. Non sorprende che questa motivazione sia in cima alla classifica, sorprende semmai che il secondo sia la sicurezza. Una circostanza, spiegano gli autori della ricerca, dovuta al fatto che molti utenti disillusi nei loro post assimilavano la classe politica alla criminalità organizzata.

Sul fronte dei diritti, terza ragione che spinge all’astensione, gli utenti lamentano il fatto che la politica non sia in grado di affrontare quelle che vengono percepite come disuguaglianze e ingiustizie. C’è poi la politica estera, che fa crescere l’astensione per ragioni legate alla guerra in Ucraina e all’appartenenza del nostro paese alla Nato, mentre nei post dedicati alla sanità, per cui la scelta di non votare è legata all’opposizione ai vaccini. Per quanto quest’ultima posizione fosse rappresentata in alcune delle liste che si sono presentate alle elezioni.

Oltre ai temi, però, ci sono le persone ad allontanare gli elettori dalle urne. Ovvero i leader politici, colpevoli di aver deluso le aspettative di chi finisce per riflesso per scegliere l’astensione. Ecco quali sono quelli maggiormente nominati sui social:

Il più citato, suo malgrado, è Enrico Letta, segretario del Pd, uno dei maggiori sconfitti di queste elezioni. Segue Giorgia Meloni, il che è difficilmente spiegabile, visto il successo di Fratelli d’Italia. Che, a questo punto, avrebbe potuto anche essere più ampio se c’è chi ha scelto di non votare a causa sua. Al terzo posto l’ex premier Giuseppe Conte, che sì ha ottenuto una percentuale più alta di quanto non dicessero i sondaggi, ma ha pur sempre perso per strada 6 milioni di voti rispetto al 2018. Alcuni dei quali avranno espresso la loro scelto sui social, finendo nel campione analizzato da Vitale e Pelosi per spiegare le ragioni dell’astensione.