La storia delle politiche di coesione dell’Unione (e prima ancora delle Comunità) si può far risalire al Trattato di Roma del 1957. Sebbene non ci fosse una previsione esplicita, la creazione del Fondo Sociale Europeo (FSE, che aveva lo scopo di migliorare l’occupazione e il tenore di vita dei cittadini) può essere considerato il primo tentativo organico di rispondere, con strumenti comuni, a bisogni transnazionali.
Ma è solo nel 1988 che si costruiscono le basi per la politica di coesione, con l’idea che occorressero degli interventi per correggere le distorsioni del mercato unico nelle regioni più svantaggiate. Vengono così riformati il FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) e il FSE.
Nel 1993 (Trattato di Maastricht) viene poi introdotto il Fondo di coesione, con lo scopo esplicito di ridurre le disparità economiche e sostenere lo sviluppo delle regioni più arretrate. Al fondo vengono assegnate risorse via via crescenti, che raddoppiarono fino all’anno 2000.
La politica di coesione in Italia: l’Emilia-Romagna
Elaborazione: Marco Guerra, Ufficio Studi e analisi Il Sole 24 ORE su dati OpenCoesione. Dati al 28/02/2022. Nel grafico cumulato sono stati considerati i soli valori riferibili esclusivamente alla singola regione (esclusi quindi i progetti interregionali). Nel grafico delle medie per regione / provincia sono invece stati presi in considerazione anche questi ultimi.
Nel 2021 l’Emilia-Romagna ha superato i tre miliardi di euro come pagamento di interventi sulla politica di coesione. La media pro-capite è di poco inferiore a 1.000 euro, mentre il capoluogo, Bologna, sfiora i 1.900€.
Occupazione e Lavoro sono le tematiche che hanno attratto ben il 20% delle risorse, contro il 15,7% della media nazionale.
Si ringrazia per la collaborazione OpenCoesione https://opencoesione.gov.it/it/ per la collaborazione nella fornitura dei dati e si rimanda al sito del progetto dove potete consultare tutti i dati relativi alle politiche di coesione in Italia.
