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economia

Inverno demografico, come è cambiata la famiglia in Italia? Ecco come saremo nel 2042

Istat, Popolazione per sesso, età e stato civile e Previsioni della popolazione e delle famiglie, base 1.1.2021,
scenario nazionale ad hoc

 

Sono aumentate le famiglie ma si è ridotto il numero dei componenti. Sono diminuite le famiglie composte da coppie con figli che nel Centro-nord non rappresentano più il modello prevalente. Al contempo, sono aumentate le coppie non coniugate, le famiglie ricostituite, i single non vedovi e i monogenitori non vedovi. Questa l’estrema sintesi del capitolo sulla famiglia dal titolo “Famiglie, stranieri e nuovi cittadini” presentato nel rapporto Istat 2022 presentato venerdì 1 luglio.  All’interno sono contenuto le stime di crescita demografica al 2045. Ecco alcuni numeri e qualche riflessione.

 

Il cambiamento più forte è quello della famiglia tradizionale. In vent’anni il cambiamento più forte (-11,1 punti percentuali) è quello riscontrato in corrispondenza delle famiglie mononucleari di coppie con figli e senza altre persone, che si attestano a poco più di tre famiglie su dieci (complessivamente quasi 8 milioni) nel biennio 2020-2021.  Coppie non coniugate, famiglie ricostituite, single non vedovi e monogenitori non vedovi sono nel complesso “nuove” forme familiari in rapida crescita.  Stabili le coppie senza figli sono il 18% a quota 4 milioni.

 

Nel 2040 il 39 per cento delle famiglie sarà costituito da persone che vivono da sole

Quest’anno è avvenuto il sorpasso.  Nel 2021 in Italia il 33,2 per cento delle persone vive da solo In percentuale i singles hanno superato le coppie con figli, che costituiscono ormai sono il 31,2% delle famiglie. Le persone che vivono sole sono anche più diffuse nel contesto europeo. Le  famiglie unipersonali (+9,2 punti) arrivando a una su tre del totale (quasi 8,5 milioni di famiglie).

 

Nel 2040 aumentano le famiglie ma calano i componenti

Si passa da 25,2 milioni nel 2021 a 26,2 nel 2040 ma con un numero medio di componenti in calo (da 2,3 a 2,1). Detto altrimenti, le coppie con figli, che oggi rappresentano un terzo delle famiglie totali nel non lontano 2040 potrebbero arrivare a rappresentarne solo un quarto.

Fonte: Previsioni della popolazione residente e delle famiglie – base 1.1.2021, Scenario nazionale ad hoc

Nel 2045, le coppie senza figli superano quelle con i figli

Le coppie con figli si ridurrebbero sostanzialmente (-21,6 per cento), passando dal 32,5 per cento al 24,6 per cento del totale delle famiglie, mentre le coppie senza figli aumenterebbero dal 19,8 al 21,6 per cento . Se queste tendenze continuassero con la stessa intensità anche oltre il 2040, le coppie senza figli potrebbero numericamente sorpassare quelle con figli entro il 2045.

Aumenteranno i genitori soli, saranno l’11,3% nel 2040

Cioè le famiglie monoparentali sembrerebbero destinate ad aumentare, a causa di una instabilità coniugale sempre più diffusa nel Paese. Nel complesso i genitori soli, che nel 2021 rappresentano il 10,6 per cento delle famiglie, nel 2040 raggiungerebbero l’11,3 per cento. In questo contesto, i genitori soli con almeno un figlio di età fino a 19 anni rimarrebbero prevalenti, crescendo dal 5,7 al 6 per cento con riferimento alle famiglie totali, mentre quelle con soli figli di età di 20 anni e più passerebbero dal 4,9 al 5,3 per cento nel 2040.

Fonte: Istat, Indagine Aspetti della vita quotidiana
(a) Famiglie con due o più nuclei e famiglie con un nucleo con altre persone.

 

Gli anziani nel 2042? I supercentenari triplicheranno 

Nel 2042 saranno quasi 19 milioni e rappresenteranno il 34 per cento della popolazione totale. I grandi anziani, con almeno 80 anni, superano i 4,5 milioni e la popolazione con almeno cento anni raggiunge le 20 mila unità, essendosi quadruplicata negli ultimi 20 anni; tra vent’anni avremo quasi 2 milioni in più di persone con almeno 80 anni, mentre i supercentenari triplicheranno raggiungendo quota 58 mila e 400 unità.

 Le conseguenze?

Molte e preoccupanti. Dalla sostenibilità dell’attuale sistema pensionistico (chi pagherà le pensioni se ci sono pochi figli?) all’ingiustizia sociale per il carico di spese sostenute dalle famiglie con figli rispetto a quelle senza. Dal “debito demografico” nei confronti delle generazioni future, soprattutto in termini di previdenza, spesa sanitaria e assistenza all’emergenza degli anziani che vivono soli. E’ infatti soprattutto in età avanzata che le persone che vivono da sole ad aumentare in modo significativo.  Tra le persone sole di 65 anni e più, ci sarà un aumento di 1,2 milioni di donne sole (+38 per cento) e di oltre 621.000 uomini soli (+54 per cento). Vuole dire che cambiando la struttura demografica della società dovranno cambiare anche le sue regole di funzionamento e – ci auguriamo – il sistema di incentivi economici. Volendo guardare li bicchiere mezzo pieno potremmo dire che almeno una buona notizia ci potrebbe essere: come sottolinea Istat l’aumento del numero di anni vissuti anche in buona salute potrebbe consentire a queste persone di svolgere più a lungo un ruolo attivo nella società, non solo intervenendo nella cura dei nipoti e fornendo un sostegno economico, ma anche partecipando al ciclo economico sia come consumatori di servizi di welfare sia come investitori di capitale. Per fare una battuta, “ai figli ci pensano i nonni”. 

Per approfondire. 

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