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cronaca

Caldo e bolletta elettrica, possiamo rinunciare all’aria condizionata? in Italia ce l’ha una famiglia su due

Caldo e bolletta elettrica: due cose che non vanno troppo d’accordo. Soprattutto se si guardano ai recenti aumenti del prezzo dell’energia, che incide pesantemente sulle capacità di spesa delle famiglie.

Anche l’afa estiva sarebbe però da combattere: in casa, magari, con il condizionatore d’aria. È la scelta di quasi una famiglia su due, che può disporre di questa tecnologia per la propria abitazione.

Ad affermarlo è l’Istat, in una recentissima indagine. Ma ovviamente la media nazionale rappresenta situazioni variegate se si guarda alle singole regioni.

Come ci si potrebbe aspettare, nelle zone alpine ed appenniniche del Paese l’impianto di raffrescamento non sfonda: in Valle d’Aosta sono addirittura meno del 5% le famiglie che ne hanno un modello in dotazione, che sia centralizzato, fisso o portatile. In Trentino Alto-Adige arrivano poco più del 15%, mentre nel Molise sono circa un quinto del totale.

La situazione forse più curiosa è quella del Veneto, dove pare proprio irrinunciabile: sette famiglie su dieci ne dispongono, posizionando la regione al top in Italia. Al secondo posto c’è la Sicilia, poi si trova l’Emilia-Romagna e infine la Sardegna. La Lombardia è vicina alla media nazionale mentre il Lazio è poco sopra, sfiorando il 52%.

Tuttavia, Istat non si è limitata al censimento dei condizionatori: ha chiesto anche dell’uso che se ne fa, ovviamente ai soli che lo posseggono. I risultati? Sempre nei mesi estivi, mediamente, sono ancora una volta i veneti ad utilizzarlo di più: quasi uno su tre dice di accenderlo tutti i giorni, e un altro 39% qualche giorno a settimana.

Per confronto, la media italiana indica che il 28,5% delle famiglie lo accende tutti i giorni, mentre solo il 24,1% dichiara di metterlo in funzione più raramente o mai.

E il Veneto primeggia anche nelle ore giornaliere di utilizzo: quando viene acceso, il condizionatore è in funzione per oltre sette ore al giorno, contro una media italiana di 5,8. In Umbria, Puglia e Campania, invece, giusto il minimo, soltanto poco più di 4 ore al giorno.

Per capire invece l’effettiva necessità di dotarsi di un climatizzatore d’aria, è possibile anche guardare le classifica del Sole 24 ORE del 2019 elaborata in occasione dell’inchiesta sull’indice del clima delle province italiane. In quell’occasione, con dati di lungo periodo, sono stati indicati i parametri di ondate di calore, soleggiamento e giornate eccezionalmente bollenti. Spoiler: no, non solo le province venete le più calde d’Italia.