Indica un intervallo di date:
  • Dal Al
cronaca

Come è andato il secondo anno di DaD?

No, non come l’anno scorso. Nel complesso sembra che i ragazzi appena maturati abbiano vissuto meglio il secondo anno di pandemia rispetto all’anno precedente. Il 24 febbraio 2022 Almadiploma ha diffuso i dati sula rilevazione che ha riguardato 37.000 diplomati del 2021.Se per i diplomati del 2020 lo stato d’animo nettamente prevalente era “preoccupato, oggi nel descrivere con un solo aggettivo il proprio stato d’animo nel periodo di didattica digitale integrata (quindi non completamente a distanza come è stato per gran parte del 2020) i due più frequentemente indicati dai diplomati sono: “tranquillo” (24,3%) e “apatico” (24,2%). Osservando il dato per tipo di diploma emerge che per i diplomati professionali e tecnici lo stato d’animo prevalente è stato “tranquillo”mentre tra i liceali ha prevalso lo stato d’animo “apatico”.

Il risultato è che un diplomato su tre ritiene che sarebbe utile continuare ad usare la didattica digitale integrata anche dopo l’emergenza del Covid-19, mentre oltre sette diplomati su dieci ritengono che la preparazione raggiunta attraverso la didattica digitale integrata sia inferiore a quella che avrebbero raggiunto se non ci fosse stata l’emergenza.

Licei, istituti tecnici e professionali
Chi frequenta gli istituti professionali ha avuto più difficoltà a garantirsi l’accesso a strumenti informatici per frequentare le lezioni, fattore legato al fatto che a scegliere gli istituti professionali sono per la maggior parte ragazzi provenienti da famiglie meno abbienti. Ma – e questo è interessante – sono i diplomati professionali a dire di aver visto il maggior cambiamento positivo nel proprio approccio allo studio. Il 31% dei diplomati professionali ritiene la DaD più efficace delle lezioni in presenza per l’apprendimento di nuovi argomenti, contro il 20,4% dei liceali e il 25 % dei diplomati agli istituti tecnici.

Nel complesso il 64,3% dei diplomati ritiene, durante la didattica a distanza, di aver migliorato l’organizzazione del tempo dedicato allo studio rispetto alla condizione precedente; tale miglioramento è percepito in misura maggiore dai diplomati professionali (65,9%, rispetto al 64,9% dei tecnici e al 63,6% dei liceali), cioè proprio coloro che hanno percepito più di tutti un aggravio di carico nel tempo di studio.
Sono molto più gli iscritti ai professionali che pensano che sarebbe utile continuare ad usare la didattica digitale integrata anche dopo l’emergenza del Covid-19 rispetto ai liceali: 33,6% contro 27,7%. Il 56% dei diplomati professionali pensa di aver imparato di meno nell’ultimo anno rispetto al pre-pandemia, contro il 75,5% dei liceali e al 69% dei maturati agli istituti tecnici.

Otto ragazzi su dieci hanno usufruito di attività di orientamento all’università o al lavoro, ma siamo solo a 6,5 su 10 fra i professionali. Nell’ultimo anno queste attività si sono ridotte molto più nei percorsi professionali e nei tecnici, rispetto a quanto avvenuto fra i liceali.

Infine, un ultimo aspetto che deve far riflettere in termini di gap socio-economico. I diplomati professionali sono in media più preoccupati del loro futuro professionale alla luce della pandemia di quanto non lo siano i liceali, provenienti tendenzialmente da famiglie più agiate: 66,7% contro 60%.

Un passo indietro
Il background culturale dei diplomati presenta ancora forti differenziazioni a seconda della situazione familiare di partenza: solo il 9,8% dei neo diplomati agli istituti professionali ha genitori laureati, contro il 16% dei diplomati agli istituti tecnici, il 47,6% dei diplomati scientifici e addirittura il 61,9% dei diplomati al liceo classico. Considerando lo status socio-economico, i diplomati delle classi più avvantaggiate rappresentano il 30,5% nei licei (raggiungono il 49,0% nei percorsi classici), il 15,4% nei tecnici e il 10,9% nei professionali.

L’ambiente familiare influenza il percorso scolastico degli studenti ben prima del loro ingresso nella scuola secondaria di secondo grado. I diplomati 2021 presi in esame da AlmaDiploma avevano conseguito in media un voto di 8,1 su 10 all’esame di Stato della scuola secondaria di primo grado. Chi ha genitori di estrazione sociale elevata ottiene “10 o 10 e lode” nel 17,7% dei casi, mentre chi proviene da famiglie meno avvantaggiate raggiunge il massimo dei voti solo nell’8,9% dei casi.