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cronaca

Cosa misura il Global Risk Report? Ecco cosa temiamo possa andare male nel 2022

Il World Economic Forum ha pubblicato la diciassettesima edizione del Global Risk Report, basato sul sondaggio condotto tra esperti e decision-maker dei vari settori dell’economia globale sulla percezione dei rischi a livello internazionale.  Quest’anno la survey è stata aggiornata per raccogliere nuove e più ampie intuizioni. Hanno contributo oltre 1.000 leader a livello nazionale che hanno identificato rischi critici a breve termine per i loro 124 paesi.

All’inizio del 2022, il Covid-19 e le sue conseguenze economiche e sociali continuano a rappresentare una minaccia fondamentale per il mondo. La disuguaglianza vaccinale e una conseguente ripresa economica irregolare rischiano di aggravare fratture sociali e tensioni geopolitiche. Nei 52 paesi più poveri, che ospitano il 20% della popolazione mondiale, solo il 6% della popolazione era stato vaccinato al momento della stesura di questo articolo. Entro il 2024, le economie in via di sviluppo (esclusa la Cina) saranno scese del 5,5% al di sotto della crescita del Pil prevista prima della pandemia, mentre le economie avanzate l’avranno superata dello 0,9%, ampliando il divario di reddito globale.

Come si vede nell’infografica del World Economic Forum cinque dei dieci rischi globali percepiti sono legati al clima. Un sondaggio su 10.000 persone di età compresa tra i 16 ei 25 anni mette in evidenza la cosiddetta ansia climatica , con il 75% degli intervistati che descrive il futuro come “spaventoso”.  Tuttavia, una transizione ecologica non gestita e troppo veloce potrebbe allo stesso tempo avere ricadute sociali imponenti. Ad ogni modo, sottolineano gli esperti, il  mancato intervento sul cambiamento climatico potrebbe ridurre il Pil globale di un sesto e gli impegni assunti a COP26 non sono ancora sufficienti a limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C.

In sintesi i rischi globali identificati quest’anno sono legati a una ripresa che potrebbe generare ancora più disuguaglianza. All’offensiva dei cybercriminali che complice le misure di lockdown hanno colpito come mai fino ad ora. Anche i flussi migratori sono considerati un rischio nel senso che gli effetti della pandemia, un crescente protezionismo politico-economico e nuove dinamiche nei mercati del lavoro hanno reso ultimamente più difficoltosi i movimenti migratori. Questo irrigidimento rischia di provocare tensioni ai confini, strumentalizzazioni geopolitiche dei migranti e maggiori rischi e difficoltà per i migranti e i rifugiati.

L’invito del Wef ai leader è “a pensare fuori dagli schemi dei report trimestrali e a creare politiche che gestiscano i rischi e definiscano il programma degli anni a venire”.

Interessante notare infine come nel medio-lungo periodo (10 anni), i rischi più rilevanti evidenziati dal sondaggio promosso dal World Economic Forum siano quelli di natura ambientale.

Per approfondire. 

Solitudine, pessimismo e paura: l’impatto psicologico (ed economico) del Coronavirus sui giovani europei

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