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economia

Eutanasia e cannabis legale, l’identikit di chi ha sostenuto i referendum

In entrambi i casi persone tra i 21 ed i 30 anni, più gli uomini per la cannabis legale, più le donne per l’eutanasia. Ecco tracciato l’identikit di chi ha firmato digitalmente a sostegno dei due referendum promossi dall’associazione “Luca Coscioni“. Questo il risultato dell’analisi dei dati elaborati dal sodalizio guidato da Filomena Gallo in collaborazione con onData, realtà che si occupa di diffondere la cultura dei dati aperti, e forniti in esclusiva a InfoData.

Si tratta, più nello specifico, dei microdati. Dati che forniscono cioè il numero di persone, su base comunale suddivisi per genere e per anno di nascita, che hanno utilizzato la possibilità di firmare digitalmente per sostenere i quesiti referendari. Nello specifico, quello che propone di abolire l’articolo del codice penale che punisce l’omicidio del consenziente e quello che vuole cancellare il reato di coltivazione della cannabis, eliminare le pene detentive per qualsiasi condotta legata a questa sostanza e la sanzione amministrativa del ritiro della patente.

Ad agosto di quest’anno, il governo ha consentito la raccolta in formato digitale delle firme necessarie a sottoporre i quesiti referendari all’esame della Corte Costituzionale, ultimo passaggio prima delle urne. E appunto l’interesse è quello di capire chi siano le persone che hanno approfittato di questa novità normativa. In numeri assoluti, si tratta di 607mila persone per il referendum sulla cannabis, gestito interamente online, e di 392mila per quello legato all’eutanasia, che invece ha visto anche una campagna analogica, con i banchetti nelle piazze delle città italiane.

Di default il grafico mostra l’analisi relativa al referendum sull’eutanasia. Basta utilizzare il primo filtro (quello a sinistra per chi legge da desk, ndr) per passare a quello sulla cannabis. Gli altri due filtri, invece, permettono di approfondire l’analisi in una singola regione o provincia.

Partendo dal referendum sull’eutanasia, a sottoscriverlo digitalmente sono state 221mila donne e 171mila uomini. La fascia di età più rappresentata, come detto, quella tra i 21 ed i 30 anni: 92mila le donne e 61mila gli uomini che hanno sostenuto il referendum. Più in generale, con l’eccezione degli under 20 che sono poco rappresentati perché è necessario avere 18 anni per firmare e questo ovviamente riduce la popolazione di riferimento, c’è una correlazione inversa tra il numero di sostenitori digitali del quesito e la loro età.

Il punto, ma i dati non permettono di capirlo, è se questo sia dovuto ad una maggior confidenza dei più giovani con il digitale o a un loro atteggiamento meno conservatore sui diritti civili rispetto ai più anziani. E lo stesso discorso, al netto della questione sui diritti civili, vale per il referendum sulla cannabis: 185mila gli uomini e 112mila le donne tra i 21 e i 30 anni che lo hanno sottoscritto, su un totale di 607mila firme.

Un’altra cosa che i dati non spiegano è il motivo per cui siano soprattutto gli uomini, a prescindere dall’età, a firmare per la cannabis libera. E soprattutto le donne, anche qui prescindendo da questioni anagrafiche, a sostenere la battaglia per la legalizzazione dell’eutanasia.