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economia

Perché l’Italia è la nazione europea con il maggior numero di auto? (considerati i suoi abitanti)

L’Italia è la nazione europea con il maggior numero di auto, considerati i suoi abitanti. Secondo gli ultimi numeri resi noti dall’agenzia europea di statistica, e relativi al 2019, nel nostro paese c’erano 663 auto ogni mille abitanti contro 574 della Germania, 519 della Spagna e 482 della Francia. Essendo una nazione nel complesso più grande, la Germania resta la nazione con il maggior numero complessivo di veicoli: 47,7 milioni contro i 39,6 italiani.

 

Dal 2015 al 2019 c’è stata una significativa crescita di automobili in diversi paesi europei, Italia inclusa, più rapida però spesso nei luoghi che partivano da valori inferiori. Questo vale in particolare per l’est del continente come Romania (+34%), Lituania (+20%), Ungheria (+19%), Slovenia e Polonia (+18%). L’unica nazione in cui le auto sono meno rispetto a cinque anni fa è la Bulgaria, dove si sono ridotte del 10,5%.

 

Come ricorda l’agenzia europea per l’ambiente (EEA) si tratta di una tendenza a lungo termine, e dal 2000 al 2017 nelle 28 nazioni europee i veicoli per abitanti sono cresciuti dell’1,4% l’anno passando da 411 a 516 ogni 1.000 abitanti.

 

Escludendo stati molto piccoli come Lussemburgo o Cipro, a seguire l’Italia nel numero di veicoli per abitante sono Finlandia e Polonia (642) nonché l’Estonia (598).

 

Secondo ACI la regione italiana con più auto per abitante è la Valle d’Aosta, dove nel 2020 ce n’erano 1.790 ogni mille abitanti, quindi in media quasi 1,8 a persona. Una a testa, sempre in media, è anche il valore nel Trentino-Alto Adige, mentre in tutte le altre regioni troviamo valori molto più bassi e sempre grosso modo fra 650 e 750 veicoli ogni mille abitanti. Soltanto i liguri ne hanno meno e si fermano a 560.

 

 

Quelle considerate da Eurostat in questo censimento sono soltanto le auto commerciali per passeggeri, e sono dunque esclusi i veicoli da lavoro. La grande diversità nella loro diffusione è senz’altro il prodotto di diversi fattori, a cominciare dal diverso livello di sviluppo economico. In Europa occidentale, infatti, tendono a essercene di più che a est dove il reddito è minore.

 

Questo però non è l’unico elemento che conta, altrimenti non si spiegherebbe come mai in Italia ce ne sono così tante. A incidere è poi anche la conformazione geografica del territorio. Nel nostro paese le persone sono molto disperse nel territorio e vivono in un gran numero di città diverse, rendendo allo stesso tempo più complicato e meno diffuso l’uso di mezzi pubblici per il trasporto. Questa può essere una delle ragioni per cui, in cambio, viene usata più spesso l’automobile.

 

Più in generale, sottolinea ancora l’EEA, i principali elementi che spingono la crescita del parco auto in Europa riguardano la situazione economica delle imprese e gli incentivi fiscali. Nel 2010 le aziende erano responsabili di circa la metà dei nuovi acquisti di auto, mentre in Germania (il principale mercato europeo) nel 2014 circa due nuove auto su tre sono appunto per le imprese.

 

Un altro indicatore fondamentale è il reddito degli acquirenti rispetto al prezzo dei veicoli. Il secondo è calato più di quanto sia cresciuto il primo, e questo ha reso le auto più accessibili ai consumatori. A questo si associa un calo nel numero medio di membri della famiglia, il che porta a una maggiore richiesta di veicoli. Vi è poi un aumento delle distanze percorse, minore accessibilità e flessibilità del trasporto pubblico e un generale cambiamento delle abitudini di vita delle persone.

 

In 13 dei 24 stati membri per cui sono disponibili informazioni, ricorda Eurostat, nel 2019 c’erano più macchine a benzina che a diesel, con una percentuale che va dall’83% dell’Olanda a poco più del 20% della Lituania. L’Italia si trova grosso modo nel mezzo, con circa la metà delle automobili che sono alimentate a benzina. In altre 11 nazioni europee sono invece più popolari i mezzi diesel, e per esempio proprio in Lituania rappresentano circa sette vetture ogni dieci.

 

Piccoli motori a benzina, con cilindrate inferiori a 1.400 cc oppure fra 1.400 e 2000 cc, sono la tipologia più diffusa. In Italia entrambe queste categorie valgono per quasi metà di tutte le auto in circolazione. Veicoli a benzina di cilindrata superiore a 2.000 cc si trovano molto più spesso in Svizzera, Finlandia e Svezia, dove rappresentano rispettivamente l’11,7%, il 9,1% e il 6,8% dell’intero parco auto. Per fare un paragone, in Italia sono invece un filo meno dell’1%.

 

I motori diesel tendono invece ad avere delle cilindrate maggiori, e la classe più diffusa è quella compresa fra 1.400 e 2000 cc. Nel nostro paese quasi il 40% di tutte le auto fa parte di questo gruppo, con pochissime di cilindrata inferiore e un altro 5% di maggiore potenza. Nei veicoli diesel la preferenza per i volumi maggiore appare evidente di nuovo per Svizzera e Svezia, in cui valgono l’8-9% del totale, ma anche in Germania, Austria, Portogallo e Svezia. I Paesi Bassi fanno invece caso a parte, e lì le auto diesel sono invece molto meno diffuse che in tutte le altre nazioni europee.