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cronaca

A proposito di gender gap: anche nella sanità le donne guadagnano meno degli uomini

Se vi recate in un centro per la fisioterapia e vi trovate davanti un neolaureato e una neolaureata, sappiate che il primo guadagna 200 euro netti in più al mese della seconda, senza particolari meriti. Un neo-logopedista percepisce 133 euro in più di una collega, un igienista dentale 119 euro mensili aggiuntivi, un infermiere 84 euro in più.

L’11 febbraio 2021, in occasione della Giornata Internazionale su Donne e Scienza, il consorzio Almalaurea ha pubblicato i dati sul divario retributivo fra laureati e laureate nelle professioni sanitarie. No, non è “colpa” del fatto che gli uomini fanno statisticamente più carriera delle donne e quindi guadagnano di più: qui parliamo di 18.249 neolaureati di primo livello nel 2018 contattati nel 2019 a un anno dal conseguimento del titolo. 9 ragazzi e ragazze su 10 infatti non si iscrivono a un altro corso di studi terminata la laurea triennale in questo ambito.
I dati riguardano 22 diverse professioni sanitarie (sono esclusi ovviamente i laureati in Medicina che hanno un percorso di studi di sei anni), in contesti professionali sia pubblici che privati.

Nel 2019 i neolaureati guadagnavano a un anno dalla laurea in media 1.313 euro (si parla qui di retribuzioni mensili nette). Va precisato però che oltre un quarto dei ragazzi e delle ragazze (il 26,6%) lavora part-time, guadagnando in media 921 euro, contro i 1.458 euro di chi lavora a tempo pieno già a un anno dalla laurea. Nel complesso gli stipendi sono leggermente in crescita rispetto al 2014, anche se non siamo ancora riusciti a recuperare la caduta dovuta alla crisi del 2008. Tra il 2008 e il 2014, infatti, le retribuzioni dei laureati nelle professioni sanitarie erano diminuite del 24,8%.
Il problema è che 7 neolaureati su 10 sono donne (addirittura 9 su 10 in Ostetricia, Infermieristica Pediatrica, Logopedia e Terapia della Neuropsicomotricità dell’Età evolutiva), ma le ragazze guadagnano in media1.283 euro netti mensili mentre gli uomini 1.387. 100 euro in uno stipendio di questa grandezza significa che i ragazzi percepiscono l’8,1% di soldi in più. Non bisogna nemmeno essere sconcertati: nel complesso dei laureati di primo livello, quindi non solo nel contesto sanitario, gli uomini percepiscono il 18% in più delle donne (1.334 e 1.131 euro, rispettivamente). Oh yes.
E c’è di più: rispetto alla rilevazione Almalaurea dell’anno precedente, gli stipendi dei neolaureati maschi sono cresciuti di più di quelli delle neolaureate, che significa che il divario retributivo – il gender pay gap – è cresciuto. In un anno abbiamo registrato un +5,1% nelle retribuzioni dei ragazzi e un +3% in quelle delle ragazze.
La principale obiezione a questo punto è che gli uomini scelgono corsi di studio e quindi professioni meglio pagate. Non è così. I differenziali retributivi di genere si confermano a favore degli uomini in quasi tutti i corsi nelle professioni sanitarie osservate, fanno eccezione le professioni in Tecniche di Fisiopatologia Cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare.
La seconda obiezione è che le donne “scelgono” (le virgolette sono d’obbligo!) di più il part- time. Non basta per spiegare il divario. È vero: il part-time è più diffuso fra le donne (28% contro 23%), ma dai dati emerge che fra coloro che lavorano a tempo pieno, gli uomini percepiscono il 5,1% in più delle donne: 1.509 euro contro i 1.436 euro netti mensili. Tale differenziale raggiunge addirittura il 37,5% per i laureati del corso in Ortottica (1.576 e 1.146 euro), il 23% per quelli in Dietistica (1.336 e 1.086 euro) e il 15% per quelli in Fisioterapia (1.515 e 1.317 euro).
Inoltre, anche gli uomini che lavorano part-time guadagnano più delle ragazze: 991 euro rispetto a 896 euro netti mensili. Il 10% in più.
In sintesi insomma, a un anno dalla laurea e a parità di condizioni, gli uomini guadagnano di più. Gli analisti di Almalaurea hanno chiaramente tenuto conto delle differenza retributive fra professioni, cioè per esempio che chi ha una laurea nell’area Tecnico Assistenziale guadagna di più di un laureato dell’area Tecnico Diagnostica: anche 100 euro mensili netti di differenza. Un neo infermiere guadagna in media 1.280 euro netti mensili, di più chi ha un titolo nelle aree della Riabilitazione, Tecnico Diagnostica e della Prevenzione, che percepisce rispettivamente 1.143, 1.180 e 1.062 euro.

Queste sono solo alcune risposte, che cominciamo a vedere scritte nero su bianco. Chiaramente è fondamentale che nel disegnare i sondaggi si tenga conto da subito dell’importanza di segmentare per ogni domanda il pubblico in base al sesso. Almalaurea in questo è sicuramente un esempio, perché da anni nel suo database navigabile è possibile scaricare i dati disaggregati fra maschi e femmine e fare dei ragionamenti legati al genere. Ma non è così dappertutto. Molto spesso la variabile del sesso compare solo per alcune domande, mentre per altre si presentano i dati aggregati. Questo è un aspetto cruciale per affrontare la questione donne e scienza.