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economia

Il climate change snobbato dagli italiani, ma non dai più giovani

Il cambiamento climatico? Un problema per nemmeno un italiano su tre. Ma se pensate che sia una opinione del tutto nazionale, vi sbagliate. Tra i Paesi nei quali Statista ha condotto un sondaggio su un campione rappresentativo della popolazione, solo in Germania si è superata la soglia del 40%, anche se di un solo punto percentuale.

A seguire, dove la preoccupazione è stata maggiore, troviamo l’Austria con il 40% e la Francia con il 38%. Con il 31% l’Italia si colloca nella metà inferiore della classifica, assieme al Belgio e agli Stati Uniti, ma sopra la Norvegia al 26%. In quest’ultimo caso c’é da chiedersi, ma i dati non lo affermano, se il motivo di non-preoccupazione sta proprio nella percezione, ossia nel fatto che smette di essere un problema quando si si ha la ragionevole impressione che di quello ci si stia già occupando adeguatamente.

A chiudere, nelle ultime posizioni, troviamo Israele (15%) e, poco sopra, l’Arabia Saudita (16%).

Ma come interpretare correttamente questo valore? Nella survey il cambiamento climatico era posto insieme a molti altri problemi di natura eterogenea: dalla sicurezza al debito pubblico, dal terrorismo alla disoccupazione. Pur lasciando l’intervistato libero di sceglierne quanti ne voleva, è normale che si sia portati ad una selezione ridotta delle opzioni disponibili. Il modo attraverso il quale si raccolgono i dati, quindi, non è mai neutrale rispetto ai valori che si ottengono. Questa classifica va quindi letta con la lente del ranking (cosa è prioritario e cosa lo è meno), non tanto secondo dei valori assoluti: in caso di domanda “secca”, se cioè il climate change rappresenti una preoccupazione per l’Italia, probabilmente avremmo avuto risultati differenti.

Andando a vedere nello spaccato per età emerge come i più giovani siano la fascia dove questo problema è percepito di più rispetto alla media degli italiani. Ma anche tra i meno giovani questa percentuale è maggiore. Gli italiani di mezza età, quindi, sembrano quelli meno interessati alle sfide che il cambiamento climatico porta con sé.