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cronaca

Come sta andando Covax? I numeri della disuguaglianza dei vaccini

Vaccinare 10% popolazione di ogni paese entro settembre. Questa la richiesta del direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Ghebreyesus nel suo discorso di apertura della riunione annuale dei membri: “La crisi dei vaccini  è una ingiustizia scandalosa che sta perpetuando la pandemia”, ha detto chiedendo appunto “una spinta massiccia per vaccinare almeno il 10 per cento della popolazione di ogni Paese entro settembre” e un’ulteriore spinta per arrivare al 30% entro fine anno. Oltre il 75% di tutti i vaccini,  riporta l’agenzia del Sole 24 Ore Radiocor – è stato somministrato in soli 10 paesi mentre il numero di dosi reso disponibile alla struttura Covax “rimane ampiamente inadeguato”. Ad oggi Covax ha potuto inviare solo 70 milioni di dosi a 124 paesi, un numero sufficiente per meno dello 0,5% delle popolazioni complessive di questi paesi. “I paesi che vaccinano ora i gruppi a basso rischio – ha detto – lo fanno alle spese dei lavoratori del settore sanitario e dei gruppi ad alto rischio di altri paesi”.

Il 25 marzo ha comunicato di avere distribuito finora 32 milioni di dosi di vaccino a 60 Paesi partecipanti.

Il COVID-19 Vaccine Global Access (Covaxè un pool di acquisti globale creato nel giugno 2020 con l’obiettivo di garantire che anche i Paesi più poveri abbiano accesso ai vaccini. A guidarlo è l’Oms insieme al Cepi (la Coalizione internazionale per le innovazioni in materia di preparazione alla lotta contro le epidemie di cui fa parte anche l’Italia) e alla Gavi Alliance (una partnership globale di soggetti pubblici e privati impegnati a tutela dei bambini e della salute delle popolazioni).  L’approccio è filantropico: dentro COVAX si trovano governi, organizzazioni internazionali, organizzazioni filantropiche, società civile, settore privato, e anche case farmaceutiche, che si autofinanzieranno con l’obiettivo di distribuire due miliardi di dosi entro la fine del 2021 ai paesi più poveri.