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tecnologia

May the Force (be with you). Oggi è lo Star Wars Day. E’ il tempo del mandaloriano

Nella cultura pop, in particolare per quella geek-nerd, il 4 maggio ormai è diventato inequivocabilmente lo Star Wars Day giocando sul fatto che “May the Force (be with you)” ricorda appunto “May the Fourth”.

Pertanto, come ormai da tradizione , anche quest’anno noi di Infodata abbiamo dedicato un pensiero alla saga che ha stregato almeno tre generazioni a partire dall’uscita nelle sale di “Una nuova speranza” nel lontano (lontano) 1977.

Di sicuro, anche se l’epopea cinematografica è bella che conclusa, ripescando dai titoli di apertura de “L’impero colpisce ancora”, non “sono tempi bui” per quel che riguarda la produttività degli sceneggiatori dell’universo ideato da Goerge Lucas e la proposta per il grande pubblico, benchè diversa da come sia stata offerta nel passato, è in continua espansione.

Premettendo che l’ultima trilogia (per i profani lo è sia in senso cronologico che in ordine di produzione) ha ricevuto recensioni abbastanza discordanti, così come anche l’ultimo spin-off uscito al cinema dedicato alle vicende del giovane Han Solo, le buone notizie arrivano dal piccolo schermo, o per meglio dire dalle mura domestiche grazie allo streaming.

Come è noto, nel 2012 Lucas decise di vendere l’intero franchise di Star Wars alla Disney (per un valore stimato attorno ai quattro miliardi di dollari) e da quel momento in poi le sorti della Forza hanno preso una via, diciamo, diversa.

Con buona pace degli hardcore fan, anche per stessa ammissione del creatore, se non ci fosse stato un accordo con la Disney, probabilmente la saga di Guerre Stellari sarebbe rimasta – almeno cinematograficamente – incompiuta e, in aggiunta, non sarebbero potute nascere le recenti creazioni pensate per il nuovo formato a mo’ di serie tv che spopola in questi anni.

Ed è proprio alla fortunata serie trasmessa su Disney+ che abbiamo dedicato il nostro piccolo tributo dato che abbiamo pensato di realizzare una visualizzazione interamente dedicata a “The Mandalorian”, probabilmente conosciuta ai più come “la saga dove c’è Baby Yoda”.

Nel grafico che segue sono stati raffigurati i sedici episodi delle due stagioni dal punto di vista del rating medio su IMDb, suddivisi per colore tra primi otto (color ocra) e ultimi otto (colore grigio).
Passando col cursore sul singolo episodio (click da mobile) è possibile ottenere informazioni aggiuntive corredate da un fotogramma della puntata.

 

 

Come si può vedere dal valore medio delle recensioni degli utenti, la serie ha riscosso un ottimo risultato con appena tre episodi sotto la media dell’otto e ben sei che superano il nove pieno.

Al di là dei numeri, The Mandalorian ha almeno tre aspetti fondamentali che potevano far presagire un discreto successo: è una serie tv con alle spalle un colosso, si incastra in un background noto praticamente a tutti ma che non risulta indispensabile per chi dovesse partire da zero, e – non meno importante – si è presentata con un personaggio che anche senza serie avrebbe probabilmente spopolato per la sua “pucciosità”.

Ma andiamo con ordine e cerchiamo di dare un quadro il più possibile spoiler-free in modo da non rovinare la sorpresa a chi vorrà dare un’opportunità alle vicende della strana coppia formata dal mandaloriano e dal “Baby Yoda”.

La trama è ambientata nell’universo canonico di Guerre Stellari cinque anni dopo i fatti de “Il Ritorno dello Jedi”, quelli che hanno visto la sconfitta dell’Impero da parte della resistenza capitanata da Luke Skywalker, dalla sorella Leia e dal contrabbandiere Han Solo, e di conseguenza venticinque anni prima rispetto a “Il risveglio della Forza” quando il Lato Oscuro risorgerà dalle proprie ceneri.

Senza scendere troppo nei dettagli, c’è un solitario cacciatore di taglie chiamato appunto il mandaloriano (per gli amici Mando) che, tra una missione e l’altra, accetta di recuperare una misteriosa creatura detta “il Bambino” appartenente alla specie di Yoda, il famoso maestro Jedi e potentissimo nella Forza.

Facendo un rapido check sulle conoscenze di base dell’universo di Guerre Stellari vi basti sapere che i mandaloriani sono una cultura e gruppo etno-religioso uniti da un credo comune e con una radicatissima tradizione guerriera che li vede sempre indossare la propria corazza da battaglia, comprensiva di elmo che ne cela costantemente l’identità.

Tutto ciò potrebbe suonarvi assolutamente familiare se avete visto una delle prime due trilogie cinematografiche dato che in entrambe appare un rappresentante di questa cultura e per la precisione stiamo parlando di Jango e Boba Fett, rispettivamente padre e figlio, anche se il concetto di paternità andrebbe un po’ rivisto trattandosi di clonazione, ma cerchiamo di non divagare troppo.

Per quanto riguarda invece il “Baby Yoda”, oggettivamente, un po’ come per il maestro Jedi da cui ha ereditato il soprannome, si sa inizialmente davvero poco anche perché la razza a cui appartiene è da sempre avvolta da un alone di mistero che, probabilmente, la rende così più intrigante rispetto a tutte le altre decisamente meno rare.

Per non rovinarvi il piacere di gustarvi le due stagioni della serie, ma senza lasciarvi a bocca asciutta in fatto di dettagli succulenti, vi basti sapere che sì, il Baby Yoda (ha anche un nome rivelato nella seconda stagione) ha un’innata predisposizione verso la Forza, motivo che lo rende così prezioso, e che il sedicesimo episodio vede un cameo in cui gli amanti della saga, con il sottofondo musicale appropriato (non diciamo nulla di più!), verranno catapultati indietro ai tempi della “golden age” di Star Wars.

Il futuro delle Guerre Stellari. Ah, prima di salutarvi, cercate di entrare nel mood delle serie tv targate Guerre Stellari perché sono (dovrebbero essere) in arrivo altre due produzioni che promettono altre ore di intrattenimento.

Andor, in arrivo nel 2022, farà da prequel a Rogue One, film uscito nel 2016, in cui viene spiegato come è stata progettata la terribile astronave Morte Nera, mentre Obi-Wan Kenobi (la cui produzione è cominciata ad aprile) tratterà la storia dell’omonimo maestro Jedi ambientata dieci anni dopo il drammatico finale de “La vendetta dei Sith”.

Non ci resta quindi che congedarci con il classico “May the Force be with you”.