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cronaca

La silenziosa strage dei camici bianchi

Abbiamo perso oltre 300 medici dall’inizio della pandemia. Molti sono caduti durante la prima ondata, quando i sistemi di protezione individuale erano pochi e la nostra conoscenza del virus inadeguata. L’abitudine nel trattare i pazienti covid e il tentativo di prevenzione con nuovi strumenti e attenzioni ha aiutato solo in parte. I medici continuano a morire ancora oggi e la seconda ondata non è stata meno violenta. Dei 326 medici caduti 154 ci hanno lasciato nel periodo compreso tra settembre e oggi. Tra questi 261 erano medici attivi, 65 in pensione. Continua a crescere in parallelo il dato ufficiale degli operatori sanitari contagiati, diffuso ogni sera dall’Istituto superiore di Sanità.

 

La lista dei medici caduti nel corso dell’epidemia da COVID-19 viene stilata e tenuta aggiornata da FNOMCeO, Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, per ricordare i colleghi e lanciare il grido d’allarme: “Non vogliamo più essere chiamati eroi, pretendiamo fatti concreti per tutelare la nostra salute: vaccinare ora tutti i medici”.

 

Abbiamo elaborato i dati per ricordarli e comprendere quanto la pandemia continui a colpire tra il personale sanitario.

 

 

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Un allarme significativo arrivava già dalle denunce pervenute all’Inail. Il report del 22 gennaio contava il 68,8% delle denunce e un quarto (25,2%) dei decessi totali codificati nel settore della sanità e assistenza sociale. Un comparto che comprende ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili. Numeri che non raccontano tutto. Non bisogna dimenticare che il personale medico non è solamente quello del Servizio sanitario nazionale, seppur duramente colpito. Per i medici le denunce all’Inail riguardano esclusivamente i dipendenti, ai quali vanno sommati i medici di medicina generale. Un gruppo che costituisce oltre la metà dei caduti nella seconda fase della pandemia e poco meno della metà del totale da inizio marzo. 105 dei 313 caduti sono medici di medicina generale. Ci sono poi i liberi professionisti. Tra questi gli odontoiatri, i primi specialisti per numero di caduti. Probabilmente anche a causa alla peculiarità degli interventi, che espongono a elevato rischio infezione.

 

Cosa succede in Europa?

 

Il resto d’Europa affronta un’emergenza del tutto simile alla nostra. I numeri che coinvolgono i medici rimangono però più contenuti. Tanto che, in una lettera a dicembre all’allora premier Conte, il segretario generale del Sindacato medici italiani Pina Onotri sottolineava come qualcosa non avesse funzionato. Tra i numeri citati a dicembre i decessi dei medici nelle vicine nazioni europee. Francia (50 di cui 5 ospedalieri), Germania (22 sanitari), Inghilterra (36) e Spagna (70). Cosa sappiamo sui numeri del resto d’Europa e quali sono le ultime notizie?

 

Il UK Il British Medical Journal, mantiene aggiornata una pagina in ricordo dei medici deceduti. Il BMJ è una rivista medica pubblicata con cadenza settimanale nel Regno Unito dalla British Medical Association. Viene generalmente considerato come una delle quattro riviste mediche generaliste più autorevoli, insieme a New England Journal of Medicine, The Lancet e Journal of the American Medical Association. Ad oggi la lista conta 43 nomi. Numeri molto lontani da quelli italiani.

L’elenco evidenzia in particolare il devastante bilancio dei medici di origine nera e di minoranza etnica, inclusi molti lavoratori migranti da cui dipende il NHS.

 

In Spagna lo scorso 21 dicembre La Organización Médica Colegial (OMC) ha installato 80 nastri neri sui balconi della sua sede, situata in Plaza de las Cortes a Madrid, in omaggio ai medici morti a causa del COVID-19 nell’esercizio della loro professione.

 

Anche in Francia la mortalità è inferiore a quella del nostro paese. il Fondo autonomo per le pensioni dei medici francesi (Carmf) ha contato i medici francesi morti nel 2020. In un comunicato stampa dello scorso 5 febbraio sono stati segnalati 74 medici deceduti in conseguenza del Covid. Tra questi medici, 49 erano attivi, di cui 14 in combinazione tra lavoro e pensione. 25 medici erano in pensione, senza attività. Secondo Carmf, tuttavia, è probabile che il Covid abbia causato molti più morti tra i medici liberali, non essendo indicato dalle famiglie del defunto il motivo del decesso.

 

Se qualcosa non ha funzionato, l’obbligo oggi diventa migliorare questi numeri, garantendo una maggior protezione a medici e personale sanitario e socio-sanitario. A partire dalla campagna di vaccinazione. È stata superata ufficialmente la soglia dei 2 milioni di operatori sanitari e sociosanitari che hanno ricevuto almeno una dose. La missione è semplice a dirsi: vaccinare il più velocemente possibile, garantendo assoluta priorità a medici e personale sanitario.

 

Ultimi commenti
  • Cristofaro Piacenti |

    Il proprio dovere sempre e in sicurezza

  • Franco Galanti |

    La rapidità di vaccini è senz’altro essenziale, tuttavia non ci si deve illudere che la vaccinazione sia sufficiente, anche qualora (improbabile) fosse attuata in meno di 12 mesi. Le adeguate misure di protezione e la progettazione di percorsi sporco pulito entro gli ospedali e tutte le strutture sanitarie sanitarie è indispensabile al più presto, sia per proteggere gli operatori sanitari, sia per evitare che gli operatori possano contagiare pazienti, sia per migliorare la preparazione dei medici e dei sistemi a rispondere anche in futuro a minacce pandemiche. La istituzione di task force medico sanitarie su questi temi non sembra purtroppo interessare gran ché negli ospedali pubblici italiani, e la resistenza a investimenti di tempo e denaro al riguardo è spesso vicina a zero.
    Un medico

  • Pasquale |

    Non capisco perché Dio ci ha voluto punire così orribile.spero che tutti gli uomini del mondo finiscono di costruire armi da guerra ma solo dare amore al mondo e pace e le persone avide cattive insaziabile di potere e danaro capiscono che fanno solo soffrire il popolo che vuole felicità e Pace

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