Indica un intervallo di date:
  • Dal Al
cronaca

Perché sono pericolose le strade di Alentejo in Portogallo? La mappa europea degli incidenti in auto

Articolo pubblicato il 20 novembre 2020

Le strade delle isole greche si sa non sono messe bene. Ma cosa avrà di speciale la regione portoghese di Alentejo  per detenere il record di incidenti stradali in Europa. E la regione che ospita Varsavia? La risposta questa domanda non è facile. L’Europa è definita dalla Commissione europea come “la regione più sicura al mondo per quanto riguarda la sicurezza stradale”.

Il commissario ai trasporti Adina Valeran ha fissato l’asticella dell’obiettivo atteso piuttosto in alto, auspicandosi che entro il 2050 si arriverà ad un grado di sicurezza tale da non aver alcun decesso per via di incidenti stradali.

Chiaramente, benchè l’obiettivo europeo sia più che mai condivisibile, è anche vero che ogni nazione fa storia a sé e, come in ogni scenario, il risultato finale è legato a molteplici fattori quali ad esempio le leggi vigenti o, venendo al pratico, anche la qualità della rete stradale.

Con lo scopo di avere un quadro numerico oggettivamente consultabile, noi di Infodata abbiamo preso in esame i dati forniti da Eurostat per quanto riguarda il numero di vittime avvenuti sulle strade europee nel corso degli ultimi anni declinati per le singole nazioni, suddivise ulteriormente per le regioni amministrative.

Nei grafici che seguono sono stati riportati i valori delle vittime in termini assoluti per la decade 2009-2018 con i quali è possibile selezionare un anno di riferimento per vedere come cambi la situazione a livello dei singoli paesi.
A seguire (su sfondo scuro), i dati sono stati normalizzati in base al numero di abitanti, andando a visualizzare il numero di decessi del periodo 2014-2018 per ogni milione di persone.
Nel dettaglio, oltre a poter scegliere se visualizzare il valore medio temporale o un singolo anno, cliccando sull’istogramma sarà possibile fare un focus sulla mappa relativamente alla nazione selezionata.

A seconda di come si voglia vedere il bicchiere, si potrebbe dire che è mezzo vuoto a fronte delle 23 mila vittime registrate nel 2018, ma al contempo, paragonandolo al dato di dieci anni prima, ecco che potrebbe essere visto abbondantemente mezzo pieno considerando che nel 2009 il numero era di poco inferiore alle 33 mila unità.

Complessivamente un calo pari a quasi il 30% in dieci anni è sicuramente un aspetto incoraggiante anche se, ad onor del vero, già dal 2013 le vittime si erano ridotte sull’ordine delle 24 mila senza poi subire ulteriori ribassi degni di nota nel corso dei cinque anni seguenti.

Dando uno sguardo di insieme, sempre con il riferimento ai numeri assoluti, nell’arco dei dieci anni esaminati ci sono cinque paesi che a grandi linee hanno fatto registrare numeri molto simili (forbice tra i 34 e 36 mila casi) risultando essere nelle poco invidiabili prime posizioni: Turchia, Italia, Francia, Germania e Polonia.

Esplorando i dati anno per anno ci si può per accorgere però di come, specialmente negli ultimi tempi, la Turchia sia particolarmente primatista solitaria in questa poco edificante graduatoria con numeri che risultano quasi doppi rispetto alle altre quattro nazioni precedentemente citate.

Come anticipato, tutti i dati della prima parte dell’analisi sono assoluti, pertanto ha probabilmente più senso scalarli in funzione del numero di abitanti in modo da verificare quali siano le zone più pericolose a parità di persone (potenzialmente al volante).

Ecco quindi che si disegna uno scenario ancora diverso, probabilmente più accurato, dove resta comunque una tendenza generale che indica come i paesi nordici siano numericamente quelli con il livello di sicurezza maggiore, quanto meno in fatto di vittime stradali.

Nel quinquennio 2014-2018 il valore medio più basso registrato da Eurostat appartiene alla Norvegia che con 23,6 vittime per ogni milione di abitanti si aggiudica il primato, battendo Svezia (27,8) e Svizzera (28,2) a cui poi fanno seguito Regno Unito (28,2) e Danimarca (32,0).

Sul fronte opposto invece, la Romania è la nazione con il maggior numero di casi normalizzati sulla popolazione a fronte di un valore pari a 95,6, appena di poco superiore a quello della Bulgaria (94,2).

In questo quadro l’Italia si assesta circa a metà della graduatoria con una media complessiva di 55,4 vittime ogni milione di abitanti, con valori annuali oltretutto molto prossimi a quello aggregato nei cinque anni.

Scendendo nel dettaglio delle singole regioni, la maggior parte delle aree con dominante arancio-rossa (in contrasto con quelle prevalentemente verdi, sinonimo di maggiore sicurezza) è circoscrivibile nell’Europa centro-orientale con l’aggiunta quasi in toto della Turchia ( a cui appartiene il primato di 169,8 vittime nell’area di Kastamon-Cankiri-Sinop) e di alcuni exploit in Portogallo e Lussemburgo.

Per quanto riguarda il nostro paese, nel periodo analizzato, la regione con il valore più alto è l’Emilia Romagna (media di 74,4), mentre il minimo è stato registrato in Campania (38,6), ma vi invitiamo ad esplorare la base dati servendovi dei filtri in modo da scoprire curiosità sia di pertinenza geografica che temporale.